Politica - 19 marzo 2020, 15:45

I sindaci della Val Bormida scrivono alla Regione: "Non possiamo perdere l'ospedale di Cairo. Passata l'emergenza deve essere riaperto e potenziato"

Scrivono i firmatari: "L’ospedale di Cairo rimane un punto di riferimento fondamentale per le necessità sanitarie di un’intera valle"

I sindaci della Val Bormida scrivono alla Regione: "Non possiamo perdere l'ospedale di Cairo. Passata l'emergenza deve essere riaperto e potenziato"

Chiusura momentanea del Punto di Primo Intervento dell'ospedale di Cairo Montenotte. I sindaci della Val Bormida scrivono una lettera alla Regione, nella figura dell'assessore alla Sanità Sonia Viale, al direttore dell'Asl 2 Paolo Cavagnaro e al commissario straordinario di Alisa Walter Locatelli. 

Una lettera nella quale i sindaci valbormidesi sono a chiedere chiarimenti sulla decisione presa e rassicurazione sul futuro del presidio."Esprimiamo rammarico, perplessità ed enorme preoccupazione per le conseguenze di tale decisione. L’ospedale di Cairo rimane un punto di riferimento fondamentale per le necessità sanitarie di un’intera valle che non possiamo e non vogliamo perdere - scrivono in sindaci valligiani - E' evidente che la gravità della situazione impone di concentrare tutti gli sforzi, e da parte di tutti, su questa emergenza che ha proporzioni planetarie e ripercussioni gravissime sulla salute di tutti quanti noi". 

"Siamo consapevoli che siete chiamati a prendere queste decisioni la ragionevole consapevolezza che lo stiate facendo con la massima professionalità, competenza, etica e con grande senso civico. Il tutto nell'interesse del bene comune che in questo momento è salvare quante più vite umane possibili. Riteniamo quindi che tale decisione vada compresa nell'ottica di concentrare tutte le risorse mediche disponibili per arginare il Coronavirus e poter riportare il nostro Paese alla normalità nel più breve tempo possibile". 

Nella lettera, i sindaci valbormidesi chiedono che l'ospedale cairese torni a funzionare a pieno regime una volta terminata la fase acuta dell’emergenza Coronavirus: "Non come prima - sottolineano - ma meglio di prima. Proseguendo con sollecitudine alla definizione dell’accordo con i privati. Al fine di arrivare a una gestione finalmente efficace ed efficiente della struttura sanitaria in grado di rispondere alle esigenze della popolazione della nostra valle". 

"Tale richiesta rappresenta un’esigenza vitale, assolutamente irrinunciabile e non negoziabile per il nostro territorio, che porterebbe a gravi conseguenze se le promesse di ripristino non dovessero essere mantenute - aggiungono i sindaci - Inoltre, chiediamo che assieme al garantito servizio di dialisi, dell’attività diagnostica radiologica e di laboratorio, come anche di Guardia Medica, possa essere immediatamente disponibile, almeno per il periodo di chiusura del Punto di Prima Intervento, una una seconda automedica del 118 a servizio del nostro vasto territorio della Val Bormida". 

Intanto nella giornata odierna, il sindaco di Cairo Montenotte, il vice sindaco sempre di Cairo Roberto Speranza e il sindaco di Cengio Francesco Dotta hanno incontrato il personale dell'ospedale cairese. "Sono molto arrabbiati. Non capiscono e non condividono le scelte. Inoltre ritengono che una volta chiuso, il presidio non verrà più riaperto - spiega Lambertini - Per parte nostra staremo attenti e vigili sul secondo punto. Per quanto riguarda il primo punto, scriverò ai vertici di Asl 2 di incontrare i dipendenti dell'ospedale per chiarire e motivare le scelte". 

"Capisco l'emergenza e non mi permetto di giudicare o mettere in discussione le scelte di chi responsabilmente sta gestendo la situazione - conclude Lambertini - ritengo però che un passaggio con i dipendenti sarebbe utile e doveroso". 

Graziano De Valle

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