Interrogazione da inserire all’ordine del giorno del primo Consiglio Comunale utile presentata dalla Lista Civica "Loanoi", minoranza del Consiglio comunale di Loano, firmata dal Capogruppo Paolo Gervasi e avente come oggetto il comportamento pubblico del Dirigente Area 3 e il codice deontologico:
"Premesso che i nostri reciproci gruppi già in un recente passato hanno dovuto segnalarVi comportamenti, del dirigente in questione, certamente non consoni alla figura apicale che lo stesso riveste all'interno del Comune di Loano.
Le vignette e le affermazioni apparse sulla porta dell'ufficio del medesimo e le successive note scritte redatte su carta intestata del Comune, utilizzando peraltro anche i servizi informatici interni, tutte mirate a screditare l'operato della minoranza, sembra che siano state giudicate dalla Vostra Giunta e dalla Segretaria Generale prive di contenuti che potessero determinare sanzioni o quantomeno una reprimenda attraverso un’indagine interne. Con riferimento alle frasi affisse sulla porta dell’ufficio non ci risulta nemmeno, a livello politico, alcun atteggiamento di solidarietà nei nostri confronti.
Osserviamo oggi che il dirigente in questione è passato ad un radicale cambio di strategia, facendo migrare le proprie paturnie dal palazzo comunale ad un pubblico dibattito.
Valutato, poi, che le stesse dichiarazioni non sono state rilasciate in un normale schema interlocutorio ma sono andate ben oltre, coinvolgendo nella peregrinazione anche i Consiglieri di LoaNoi (definiti pubblicamente inadeguati) e spingendosi addirittura ai rappresentati della vecchia minoranza “E' Tempo”, se non si ritenga che detto dipendente stia assumendo, ad esclusiva tutela del suo operato, atteggiamenti palesemente provocatori sull'attività politica svolta dalle minoranze, cercando di far interdire anche la più semplice funzione di verifica e controllo.
Siamo pertanto a richiamarVi alle dimissioni del Consigliere Gianni Siccardi, ampiamente documentate dalla stampa tradizionale ed on-line, per
interrogarVi
e chiedervi se non si ritenga che le dichiarazioni rese da un dirigente pubblico di codesta Amministrazione, in un contesto pubblico, siano una palese violazione del codice deontologico a cui i dipendenti tutti si debbono attenere e se le stesse, comunque, valutato il tono denigratorio con cui sono state formulate siano soggette ad una più radicale azione disciplinare".