"Sta per scadere l’accordo di crisi, siglato tre anni fa con la Fondazione Sacra Famiglia, che ha tolto alle lavoratrici e ai lavoratori 4 festività e ridotto i premi di produzione, per citare alcuni sacrifici sostenuti. Ora la Fondazione, dietro a giustificazioni di sostenibilità e al mancato raggiungimento dei propri obiettivi, comunica che intende passare anche i restanti 800 dipendenti circa (sui complessivi 1600) al contratto nazionale Uneba, invece che mantenere loro quello della sanità privata Aris. In sintesi: Sacra Famiglia vuole tagliare ancora sul costo del lavoro".
A comunicarlo è Funzione Pubblica Cgil, che poi continua: "Dai conti forniti nel 2016 dalla stessa Fondazione sui risparmi nel passaggio dal contratto Aris a quello Uneba si evince quanto abbia pesato su lavoratrici e lavoratori l’operazione economica messa in atto: il risparmio, riferito al 2015, di oltre 2 milioni e 100 mila euro, è fatto dalla cancellazione di alcuni istituti contrattuali come indennità di turno, maggiorazioni festive e notturne, orario di lavoro indennità di malattia, ecc. Sicuramente quel valore potrebbe essere in parte sceso anche per via di dimissioni e pensionamenti. Ma, pure restando molto larghi, potremmo stimare che Sacra Famiglia potrebbe risparmiare dal 2020 1.500.000 annui se a tutti i dipendenti venisse applicato il ccnl Uneba".
Precisano dal sindacato: "Fondazione sostiene di garantire il mantenimento dei valori tabellari, scordando che a farlo è invece la legge. Ma l’ente scorda anche di dirla tutta, e cioè che siccome il tabellare Aris è più alto, vuole riassorbire, fino al 2023, tutti i futuri aumenti contrattuali che dovessero intervenire per il personale ARIS che passa all’Uneba. Aggiungendo così al danno la beffa! Dopo 13 anni di fermo, lavoratrici e lavoratori della sanità privata avranno a breve il rinnovo del contratto mentre agli 800 dipendenti della fondazione se venisse cambiato il contratto si vedrebbero negato anche questo rinnovo! E questa operazione quali altri risparmi produrrebbe? Abbiamo provato a fare due conti sul periodo del Piano Strategico 2020-2023 presentato dalla Fondazione, fermandoci al 2023. Ipotizzando 90 euro medi di aumento mensile per dipendente Aris, moltiplicandoli per 13 mensilità, per 4 anni, per circa 800 dipendenti, il valore economico è di 3.744.000".
"Quindi 1.500.000 per 4 anni corrispondono a 6.000.000, oltre ai 3.744.000 già citati per un totale di 9.744.000 di risparmi - continua la nota del pomeriggio da FP - Senza calcolare i risparmi di Fondazione su: maternità obbligatoria all’80% invece che al 100% (questo vale soprattutto per i lavoratori Uneba), il trattamento economico di malattia di maggior favore del contratto integrativo aziendale, il mancato scatto di anzianità se fosse applicato agli Aris l’Uneba (per effetto della riassorbibilità di tutti gli aumenti economici fino al 2023), il mancato pagamento della malattia del bambino, i 5 giorni di permesso di congedo per lutto, ecc. Ancora, gli importi della produttività (per difetto) proposti da Fondazione sono di circa 880.000,00 euro complessivi in 4 anni (100.000 euro per il 2020, 180.000 nel 2021, 300.000 nel 2022 e nel 2023, sempre che gli andamenti del settore socio sanitario lo consentano), quando nel 2016 proponevano 400.000 euro all’anno".
"E invece i lavoratori, quanto ci rimettono? 12.000 euro in 4 anni, ovvero circa 3.000 euro all’anno usando la media del pollo. A fronte di una ridistribuzione della produttività di poco più di 880.000 euro in 4 anni per 1600 dipendenti. Tradotto: 137 euro all’anno a testa, ovviamente variabili perché bisogna raggiungere il risultato" prosegue Funzione Pubblica.
Conclude il sindacato: "Quindi Sacra Famiglia risparmia in 4 anni 9.744.000 euro e ne distribuisce unicamente 880.000. Guadagnandoci 8.864.000 euro. Alla Faccia della valorizzazione del capitale umano! Sul personale riducono i costi e vogliono toglier loro anche la pelle. Noi ci opporremo a questo scempio, con il conflitto sindacale e con la tutela legale".