"E Zuckerberg muto". Con questa frase direttamente su Twitter e su Telegram l'account Casapound Italia annuncia l'apertura della già contestata sede a Savona in via San Lorenzo 39 rosso.
Il partito di estrema destra non molla nonostante la chiusura di tutte le pagine su Facebook e si affida agli altri due social per avvisare dell'inaugurazione di questo pomeriggio alle 18.00 a Villapiana dove da mesi l'Anpi, i partiti, le associazioni sindacali e i cittadini sono insorti rivendicando la storia di un quartiere notoriamente "rosso" e legato alla Resistenza.
Erano state molteplici le iniziative, dai cortei alle fiaccolate, fino alla protesta contro il Prefetto Antonio Cananà che aveva deciso di non passare di lì la manifestazione del 24 aprile.
La Polena, così l'hanno chiamata gli estremisti e si è fatto sentire subito forte il grido di rabbia prima di Articolo Uno poi dell'Anpi.
CGIL, CISL, UIL, Libera, ARCI, Legambiente, Spi - CGIL, Federconsumatori, PD, SI, Possibile, Casa memoria Felicia e Peppino Impastato, Cittadinanzattiva, Associazione La Torre-Mattarella sostengono l'appello della Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo: "Lo ribadiamo con decisione: CasaPound va sciolta, tutte le organizzazioni fasciste vanno vietate. Bisogna applicare le leggi e riempire i tanti vuoti della nostra Costituzione. Lì troviamo le istruzioni necessarie per costruire una società di diritti, lavoro e dignità - dicono - Nella Costituzione ci sono le istruzioni per archiviare una volta per sempre i fascismi, i nazismi, le violenze e le ingiustizie. Ottant'anni fa sono state promulgate anche le leggi razziali. Una pagina vergognosa della nostra storia, ma la vergogna - per impudenza o ignoranza o memoria corta - tende oggi a scomparire. Ma attenzione: la rinascita dei fascismi e dei razzismi è un rischio reale, non un fatto di folclore o di nostalgia malata".
"Il fascismo che riemerge è anch'esso sintomo di una democrazia malata e di una politica che non serve più il bene comune. Sorge anche dalla paura, dall'inquietudine, dalla povertà materiale e culturale. Perché quando dominano le disuguaglianze - e le logiche economiche incombono sulle teste e sulle vite delle persone - hanno gioco facile le demagogie, proliferano le semplificazioni, le etichette, le falsità. Ecco che il no ai fascismi e ai razzismi deve allora associarsi all'impegno a costruire contesti sociali dove l'inclusione e la condivisione di diritti e doveri, non siano solo enunciate ma praticate ed effettivamente garantite. Perché oggi il processo di liberazione in Italia non è terminato. Perché un paese soggiogato dalle mafie, dalla corruzione e dai sentimenti fascisti non è un paese libero” concludono unitariamente.