“A Finale Ligure si sta facendo una gran confusione sulla raccolta differenziata. E diversi candidati stanno cavalcando questo caos, facendo apparire le cose come se tutti i meriti fossero i loro e le colpe fossero tutte di altri. Noi Per Finale, invece, siamo uno schieramento che ama studiare e analizzare attentamente le cose. Per cui lasciamo che a mostrare i fatti siano i dati statistici”. A parlare è Tiziana Cileto, candidata alla carica di sindaco nella lista Per Finale, che entra nel merito della raccolta differenziata tracciandone la storia.
Spiega Cileto: “A Finale Ligure la raccolta differenziata è stata avviata nel 2005, durante il mandato del sindaco Richeri, quando Massimo Gualberti era assessore ai lavori pubblici. In quel momento eravamo al 104° posto in Liguria per differenziazione dei rifiuti. Nei due anni successivi siamo passati rispettivamente al 21° e poi al 7° posto, ma questo soltanto perché molti Comuni vicini ancora non differenziavano! Nel momento in cui tutti nel comprensorio si sono rimboccati le maniche siamo balzati nel 2012 al 32° posto, nel 2015 al 55° (con l’inizio dell’amministrazione Frascherelli) e nel 2016 al 107° posto. Per cui un inizio di lavori solo apparentemente brillante, ma in realtà pessimo e valorizzato solo dall’assenza di concorrenti. Come dice un antico proverbio, nel paese dei ciechi il ciclope diventa re”.
Prosegue Cileto: “Fino a oggi siamo stati sotto le previsioni regionali. Per fare qualche esempio: nel 2005 siamo partiti con poco meno dell’11% di differenziata, contro una previsione di legge del 35%, nel 2009 conquistavamo il 35% quando però, nel frattempo, dalla Regione era richiesto il 50%, mentre nel 2010 si aveva addirittura una flessione al 34,8%. Stesso fenomeno registrato dal 2015, con il 50%, al 2016, con il 47%”.
“Oggi Frascherelli annuncia trionfalmente un 72% nel 2018, ma il dato non è ancora stato certificato dalla Regione, per cui teniamo per buono l’ultimo attestato certo, che è il 52% del 2017”, chiarisce Cileto.
La candidata sindaco di Per Finale passa poi alla ‘spinosa’ questione dello sfalcio di verde pubblico e dichiara: “I dati recentemente annunciati da Gualberti coincidono in maniera abbastanza precisa con quelli che la nostra attuale capogruppo consiliare Simona Simonetti aveva già presentato in consiglio comunale diverso tempo fa. L’organico tra il 2017 e il 2018 è aumentato al 51%, ma in esso lo sfalcio verde grava per ben il 41%, non il 6% come recentemente affermato dal sindaco in carica. Escludiamo che sia verde agricolo, perché gli agricoltori, bruciando, compostando, riciclando, riutilizzano praticamente tutto il loro sfalcio. Escludo anche qualche giardinetto condominiale, orticello o terrazzino, che non fanno cifre simili. Quindi quel 41% può essere imputabile solo a tutti gli abbattimenti che per molteplici motivi (punteruolo rosso, vento forte, radici dei pini) l’amministrazione in carica ha messo in atto lo scorso anno”.
Conclude Tiziana Cileto: “Il mantra di questa amministrazione è che risulta difficile fare differenziazione dei rifiuti in un Comune turistico. Allora confrontiamoci con altri luoghi che vivono espressamente di turismo: come mai Albisola Superiore e Lerici sono oltre l’81% di raccolta differenziata? Come mai Bordighera, Cogoleto, Sestri Levante e Taggia sono tutti Comuni tra il 70% e il 77%?”
Dopo avere analizzato le problematiche, Tiziana Cileto passa alle soluzioni: “Era il 2009, anno della nostra prima candidatura a Finale Ligure. Organizzammo un incontro con il comune piemontese di Dogliani, che in un anno era passato al 90% di raccolta differenziata partendo praticamente da zero. Come hanno fatto? Da giugno a dicembre hanno attivato una campagna informativa martellante: infopoint aperti in tutto il paese, depliantistica, incontri con i cittadini, manifesti, ma dopo sei mesi di comunicazione sono partiti, dal 1° gennaio successivo, con la differenziata. E superato l’assestamento iniziale sono andati fin da subito benissimo.
Questo dobbiamo fare noi: dialogare con i cittadini, capirci, imparare insieme, crescere insieme. Risistemare tutto sarà difficile, ma si può fare. Innanzitutto: perché su ogni rione, quartiere, frazione, l’amministrazione va per tentativi adottando metodi diversi? Ci sono zone con il porta a porta e altre in cui, soprattutto per gli anziani, non è proprio agevole raggiungere le ecoisole: quindi perché chi conferisce da solo i rifiuti paga la stessa tariffa di chi se li vede ritirare a casa? Tariffe – lo ricordiamo – troppo alte: con buona pace di chi dice che scende la TARI, la spesa pro capite era di 343 euro annui nel 2015 e nel 2016, 341 nel 2017, di 335 nel 2018, di nuovo di 340 nel 2019. Il costo medio nazionale è di 167,97 euro, il costo medio nel Nord Italia è di 148,91. Il modo migliore per lavorare non è separare di più, ma produrre di meno, soprattutto per quanto riguarda il grande male ambientale del nostro tempo, che è la plastica. Bisogna lavorare sulle tasse comunali premiando le attività commerciali maggiormente eco-friendly, dai ristoranti che servono acqua microfiltrata nel vetro ai negozi e supermercati che riducono gli imballaggi, fino alle associazioni che organizzano eco-sagre. Aumentare le casette dell’acqua sul territorio comunale, promuovere la vendita di prodotti ‘a peso’ come un tempo minimizzando il confezionamento, introdurre tariffe realmente puntuali pesando i rifiuti prodotti.
E poi – conclude Cileto – bisogna ridare orgoglio e fiducia a Finale Ambiente e a tutto il suo personale, mettendo i dipendenti in condizione di lavorare meglio, un parco veicoli più efficiente, attrezzature più moderne, dialogando con i lavoratori per capire le loro esigenze e ottimizzare al massimo il lavoro svolto, razionalizzando i sistemi di raccolta”.