Si è svolto ieri pomeriggio, venerdì 5 aprile, presso la sala “Don Antonio Balletto” della biblioteca civica “Simonetta Comanedi” di Albenga l’incontro pubblico “La malattia misconosciuta: conoscere la Fibromialgia”.
A introdurre il dibattito la testimonianza di Brunella Canobbio, organizzatrice dell’evento, che ha ricordato, come già aveva fatto su Savonanews (leggi QUI) il suo calvario fatto di atroci sofferenze, di visite specialistiche in varie zone d’Italia e, purtroppo, anche di soldi spesi. “Ma vedere tanta gente oggi qui in sala mi fa capire che non sono sola. Fino a qualche giorno fa mi sembrava di lottare da sola contro la mia malattia. Oggi si sta stringendo intorno a me tanta gente che ha vissuto storie simili alla mia”, racconta Brunella.
A fare da moderatrice, tra gli interventi del reumatologo Claudio Dodero e dello psicoterapeuta Maurizio Ferrari, la professoressa Anna Maria Marras, del Liceo “Bruno” di Albenga, che ha introdotto il dibattito dicendo: “Mi sono documentata e sono rimasta io stessa sorpresa nel vedere quante conseguenze ha la fibromialgia, una sindrome capace di colpire praticamente tutto il corpo. Ho sintetizzato in alcune schermate da far vedere al pubblico i sintomi più importanti, ma di slide come queste non ne basterebbero centinaia per riassumere tutti gli effetti della malattia. Intanto sfatiamo il mito per cui si tratterebbe di un male raro, non lo è affatto: colpisce circa due milioni di italiani, in prevalenza donne e over 50, ma non solo. E poi non trascuriamo il fatto che, oltre ai dolori fisici, esso genera ansia e depressione nel 30% delle persone affette”.
Brunella Canobbio, affetta da fibromialgia ha espresso il dolore di dover lottare non solo contro la sofferenza psicofisica, ma contro il giudizio di quelle persone che, non conoscendo adeguatamente la patologia, la etichettano in modo sbrigativo e superficiale come “malattia immaginaria”.
Ricordiamo, infatti, secondo quanto emerso dall’incontro pubblico, che per la fibromialgia non esiste cura e non è nemmeno diagnosticabile. Il medico può risalire all’ipotesi di fibromialgia soltanto analizzando le reazioni del paziente di fronte alle sollecitazioni su 18 diversi punti di dolore localizzati in tutto il corpo e denominati “tender points”.
La fibromialgia si manifesta nei modi più improvvisi e negli aspetti più disparati, dalla cefalea al colon irritabile, solo per citare due esempi tra migliaia. Ciò impedisce la normale programmazione sul lungo termine di una vita normale, dal fissare una vacanza a una semplice serata al cinema o una pizza con gli amici, perché non si potrà sapere come ci si sentirà domani o tra due ore, ma si è obbligati a vivere “attimo per attimo”.
Il dottor Dodero non ha avuto esitazioni nel definire la fibromialgia come “la più difficile tra le malattie reumatiche”. Essa interessa soprattutto le fibre muscolari (quindi ovunque nel corpo) e si può manifestare come una tensione muscolare protratta.
Si tratta di un “mondo” ancora tutto da studiare, ma il convegno albenganese di ieri ha consentito di mettere sul tavolo alcune ipotesi: ad esempio pare che uno degli aspetti cardine della patologia sia riduzione della secrezione di serotonina, che ha la conseguenza di amplificare molto i dolori nel corpo. Un altro aspetto importante in fase di studio è la carenza di vitamina D. Pare infatti che essa sia fondamentale sotto molti aspetti, dalla prevenzione dei tumori al potenziamento delle difese immunitarie. Non si esclude anche una forte componente legata allo stress, così come avviene per tantissime altre patologie, dall’ulcera gastrica all’ipertensione.
I due relatori hanno lasciato anche ampio spazio ad interventi e testimonianze del pubblico, che hanno rappresentato un prezioso arricchimento. Ad esempio, sono state interessanti le sensazioni in merito alla cannabis terapeutica, una delle più moderne strade percorse dalla terapia del dolore: un vero toccasana per alcuni pazienti fibromialgici ma, al contrario, totalmente ininfluente per altri.
Concludendo: un incontro ricco di spunti e di proposte che non dovrà rimanere “figlio unico” ma meriterà sicuramente un seguito. Per il futuro c’è da augurarsi che il Comune di Albenga metta a disposizione una sala più capiente e un adeguato impianto microfonico e di amplificazione. Infatti il dibattito ha richiamato tantissimo pubblico e molte erano le persone in piedi in sala o assiepate nei vani vicini della biblioteca.