L’ambiente è una cosa seria e se si coniuga con l’innovazione tecnologica e la crescente sensibilità di cittadini ed istituzioni, è un tema che moltiplica per importanza l’impatto sul futuro di tutti noi.
Ne è un esempio la battaglia morale ed etica iniziata dalla ormai famosissima Greta Thunberg, la piccola attivista svedese con le trecce che, con il suo movimento studentesco internazionale Fridays for Future, ha dato una scossa al mondo, evidenziando l’importanza dello sviluppo sostenibile e del cambiamento climatico. Al grido di “basta parlare, iniziamo a fare” Greta è stata capace di riunire 100.000 persone in piazza Duomo a Milano, 50.000 a Napoli, 30.000 a Roma e 10.000 a Genova e Firenze, coinvolgendo 123 nazioni, per poi essere invitata a parlare il 4 dicembre 2018 in Polonia al vertice delle Nazioni Unite con un discorso sui cambiamenti climatici COP24. Questo impegno e la forza di tanto seguito le hanno fatto guadagnare la proposta al Premio Nobel per la Pace.
Non male per una sedicenne affetta dalla sindrome di Asperger, un disturbo imparentato con l’autismo che implica fobia sociale ed attenuazione della capacità di interagire con le persone.
Un prodotto di marketing 4.0 o un Think Tank di successo poco importa. Si è accesa una luce importante e legittimata dal basso che già nel breve periodo ha generato una cascata di eventi, meeting, tavole rotonde, vigorose prese di posizione di illustri scienziati ed azioni di sensibilizzazione concrete anche in Italia.
Agire, è indispensabile. E la tecnologia ci aiuta; ad esempio sono già una realtà il cemento mangia smog, le auto elettriche oppure i cartelli stradali capaci di produrre 100 litri di acqua potabile al giorno semplicemente filtrando l’umidità dell’aria in aree desertiche. Occorre tuttavia fare un salto di qualità. Per questo, innovazione tecnologica e buon senso umano devono trovare presto un punto di unione solido e duraturo in cui l’Intelligenza Artificiale o i sistemi di robotica utilizzati per separare in modo intelligente i rifiuti, corrano alla stessa velocità del “saper fare” delle persone e delle istituzioni.
E allora guardiamoci intorno ed iniziamo a copiare, attività che, quando si parla di ambiente e salvaguardia della natura, creano il meccanismo virtuoso della cosiddetta Economia Circolare.
Scopriamo che in Costa Rica il 98% del fabbisogno di energia nazionale viene oggi prodotto da fonti rinnovabili, che la città di Copenaghen ha annunciato un ambizioso piano per diventare la prima capitale al mondo a emissioni zero dal 2025, e infine che lo stadio di Amsterdam accende i riflettori del campo grazie ai 3 MW di energia prodotta da pannelli fotovoltaici a batterie di auto non più in circolazione. Per non parlare della città di Surabaya in Indonesia, dove una corsa in autobus di due ore costa dieci bicchieri di plastica, alleggerendo anche il complicato traffico cittadino ed il conseguente inquinamento.
L’Italia è altrettanto virtuosa ed originale e brilla per creatività, in questo caso per fortuna senza limiti.
Raccontare le storie di successo è la senza dubbio la strada giusta per sensibilizzare le persone ad agire. Facciamolo e facciamolo in fretta perchè la Terra non ha intenzione di aspettarci ancora a lungo.