Da ieri mattina il cancello è chiuso e la strada è inaccessibile. Ma non perché vi sia allerta meteo, né perché vi siano lavori o si siano verificati allagamenti. Il percorso in alveo al torrente Varenna a Pegli è impraticabile semplicemente perché questa strada non è più regolare e la Regione non ha più la possibilità di concedere deroghe, essendo le sue competenze passate, su questa partita, a un ente sovraordinato.
Così, l’autorizzazione al passaggio - che era stata concessa dall’Autorità di Bacino del Varenna a Tursi e infine al Consorzio per la Viabilità della Val Varenna, al quale aderiscono le diciassette aziende che operano nella zona e che si servivano dell’infrastruttura - è scaduta sabato scorso e non è stata più rinnovata, come invece avveniva in passato.
Lo scenario peggiore, rappresentato già alla fine del 2018 in Consiglio Comunale attraverso un’interrogazione a risposta immediata da parte di Gianni Crivello, è già tristemente attuale e le ripercussioni sul traffico della delegazione rischiano di essere pesantissime.
Da quindici anni, attraverso questo bypass lungo il torrente Varenna (soluzione ‘tapullata’, come si dice a Genova, ma pur sempre efficacissima, a parte nei giorni di pioggia in cui la strada doveva restare obbligatoriamente chiusa), lo snodo tra l’Aurelia, piazza Rapisardi e via Opisso si era liberato di tutta una serie di transiti tanto frequenti quanto assai pericolosi, visto che i camion passavano attraverso una zona fortemente urbanizzata, con diversi attraversamenti pedonali, attività commerciali, una scuola elementare, un asilo e uno degli incroci, quello tra via Pallavicini e via Opisso, che risulta essere tra i più pericolosi della città e già teatro di frequenti incidenti anche gravi.
Ma niente, ora torna tutto come una volta, in attesa che possa arrivare un’altra deroga la cui concessione, però, pare molto più difficile rispetto a prima. “Stiamo lavorando a una soluzione, sono in corso degli incontri”, è la risposta dell’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Paolo Fanghella, che conosce perfettamente la situazione anche perché abita proprio in questa zona, ma è evidente che in una partita così grande dev’essere il sindaco Bucci a impegnarsi in primissima persona.
“Io ho dovuto chiudere il cancello venerdì sera e lunedì ci siamo organizzati evitando di far circolare grossi mezzi nella vallata - afferma Giulio Delfino, presidente del Consorzio per la Viabilità della Val Varenna - Però bisogna che la situazione si risolva, perché con la chiusura della strada in alveo avremo problemi seri. I camion più alti di 3,60 metri, infatti, non possono passare sotto ai cavalcavia ferroviari”.
E il discorso riguarda non soltanto i mezzi che portano alle vecchie cave lo ‘smarino’ del Terzo Valico, ma anche i tir che riforniscono la Coop di via Piandilucco. Da dove passeranno adesso? Da Tursi filtra il fatto che è stata chiesta alla Regione un’ulteriore proroga, visto che quest’amministrazione si sta impegnando a trovare, come riferito da Fanghella, una soluzione definitiva al problema. Ma la Regione, secondo quanto riferisce l’assessore Giacomo Raul Giampedrone, si limiterà in questa partita a passare delle carte, “perché la decisione su un’eventuale deroga spetta allo Stato”.
È una complessa fase burocratica, di quelle dove, purtroppo, vanno a finire gran parte delle vertenze in questo paese. Sicché è sempre colpa di tutti e colpa di nessuno: il peggior modo per far digerire una cosa ai cittadini e farli inviperire ancor di più. Perché se da una parte Tursi sta avviando un processo di tolleranza zero al fine di aumentare la sicurezza nelle strade (autovelox, controlli e multe persino ai pedoni che attraversano fuori dalle strisce), dall’altra - senza stare a individuare ‘colpe’ ma facendo semplicemente la cronaca - a Pegli sta andando in scena una situazione che più pericolosa non si può: camion in mezzo alle case, proprio come in via dei Reggio a Multedo.
Le soluzioni? L’assessore Fanghella, che - va precisato - ha competenza sui Lavori Pubblici, mentre la Viabilità è del suo collega e vice sindaco Stefano Balleari, le aveva delineate in una precedente intervista alla ‘Voce di Genova’: “La prima è un passaggio all’interno della zona Eni, sulla sponda sinistra del Varenna, di fronte alla Carmagnani. I mezzi potrebbero girare a destra dall’Aurelia, appena prima del ponte, per poi ricollegarsi a via Cassanello. Ma ci sono due criticità: che stiamo parlando di una zona a rischio incidente rilevante, e che quindi andrebbe messa in sicurezza; e che bisognerebbe fare degli espropri in aree Eni. È un’ipotesi comunque molto costosa. Ma ancor più costosa e impegnativa è la seconda: fare una sorta di percorso sotto alla ferrovia, dove c’è l’ultimo voltino del ponte. È un vecchio progetto redatto dall’architetto Gnudi. Un percorso comunque va individuato anche perché i nostri incontri su una possibile nuova concessione non hanno dato buon esito: è cambiata la normativa, si sono create le macroregioni e una decisione come quella che riguarda la pista del Varenna viene presa ora a Firenze, dove ne sanno veramente molto poco”.
Benvenuti a Pegli, Genova, Italia. Il paese è questo qua.