Si è costituito a Finale Ligure il “Comitato Porto”, rappresentato dal consiglio direttivo formato da Eva Fariano, Luca Preti, Cesare Mangone e da Maria Teresa La Ferla in qualità di presidente. Questo sodalizio è attivo da un paio di mesi e sono numerose le persone che “vivono” il porto quotidianamente che stanno presentando la propria adesione (nel "biglietto da visita" a fine articolo sono riportati i recapiti per chi desiderasse saperne di più).
Proprio con Maria Teresa La Ferla abbiamo raccolto un po’ di impressioni dei diportisti, tra i quali serpeggia un certo malcontento. Ci racconta la presidente: “Circa dieci anni fa, con il passaggio del porto sotto la responsabilità di Finale Ambiente ci sono state raddoppiate le tariffe, con la promessa in cambio di vedere investimenti per cifre prossime ai due milioni di euro che però, a tutt’oggi, non sono mai stati fatti. Pertanto noi sentiamo di avere un credito a fronte di tutti i soldi versati in questo decennio. Si tenga anche conto del fatto che Finale Ambiente è una partecipata comunale multiservizi che gestisce anche la nettezza urbana, i cimiteri, i parcheggi a pagamento e le spiagge libere attrezzate comunali. Pertanto noi ci siamo preoccupati di chiedere in Comune quanto dei nostri canoni di ormeggio venivano realmente reinvestiti nella manutenzione portuale, per tenere l’area in piena efficienza. E con nostra amara sorpresa abbiamo scoperto che per esempio, nel 2017, questa cifra era pari soltanto al 2,17%”.
Chiediamo alla presidente La Ferla che cosa non va. Ci spiega: “Dopo la mareggiata di fine ottobre alcune problematiche di sicurezza già presenti sono aumentate. Le nostre lamentele vertono in gran parte sulla manutenzione delle opere subacquee. Con l’ultimo dragaggio ora il fondale, anche se non è proprio ottimale è perlomeno fruibile. Ma la mareggiata non solo ha portato detriti: ha danneggiato gravemente gli ancoraggi, al punto che erano le imbarcazioni a trattenere gli approdi e non viceversa. Con lo sballottamento dato dal mare grosso è facile immaginare i danni agli scafi.
Un altro problema è che l’insabbiamento del molo ha portato a frequenti chiusure del distributore di carburanti: la scorsa estate, in un periodo di alta stagione e di traffico intenso, è stato costretto a tenere chiuso a lungo. E ora è nuovamente chiuso. Mimmo è un personaggio conosciuto e ben voluto nell’ambiente portuale, ha sempre fatto molto per riqualificare i propri spazi, anche coltivando piante ornamentali.
Un altro disagio grave è quello dei servizi igienici, insufficienti e promiscui: uomini e donne costretti a farsi le docce in spazi comuni. La scorsa estate Finale Ambiente ha cercato di ovviare con un prefabbricato in lamiera da dedicare ai servizi per le donne, ma è stata una soluzione inadeguata. Ora è stata annunciata una ristrutturazione dei servizi igienici, ma continuiamo a sentire parlare di numeri non consoni a far fronte alle esigenze di uno spazio da 500 posti barca.
Infine entra molto mare quando c’è vento di Scirocco, con conseguente risacca e usura degli ormeggi. Gli ultimi lavori fatti nel porto risalgono al periodo tra il 2005 e il 2007, quando furono realizzati gli attuali uffici per la Lega Navale e la Capitaneria, ma in quella circostanza furono effettuate delle modifiche strutturali alla banchina, con il profilo da curvilineo a rettilineo, che hanno ridotto lo specchio d’acqua”.
Tra pochi mesi Finale Ligure andrà al voto. Chiediamo al Comitato Porto un appello per tutti i candidati sindaco. Ci risponde la presidente: “Il porto esiste e se reso in condizione di operare al meglio può portare vantaggi a tutto il Comune. Vogliamo vederlo valorizzato e soprattutto vivo. Ora invece stiamo assistendo a una fuga di diportisti, che in porti vicini, più moderni, rifatti ex novo, pagando le stesse cifre possono fruire di ben migliori servizi”.