Francesco Dotta, sindaco di Cengio, interviene con una nota ufficiale sulla situazione delle aree ex Acna dopo quanto espresso dalla sezione provinciale del Partito Democratico (leggi QUI):
"Ho letto, su un giornale on line savonese, le dichiarazioni rese da esponenti provinciali del partito democratico a riguardo della situazione delle aree ex Acna, a seguito della diffusione della relazione finale sulle stesse, redatta dal sig. Giachino Pier Giorgio, in qualità di delegato dei comuni piemontesi. La prima considerazione che mi viene in mente è la seguente: la vicenda Acna si trascina dalla metà degli anni '90, un tempo infinito e non giustificabile, pari ad un terzo della vita media di un uomo.
Il sito Acna è stato commissariato dal governo, si sono succeduti due commissari, sono stati siglati accordi, si sono spesi fiumi di parole, sono stati fatti lavori con caratteristiche tecniche complesse e delicate, sino ad ora sono stati spesi quasi 400 milioni di euro, la regione Liguria è stata amministrata sino ad inizio del 2015 da un ex ministro della Repubblica e il PD mette tutto in discussione per una relazione redatta su giudizi personali di una persona, seppur autorevole ed in qualche modo attore in questa vicenda? Ma sino ad oggi erano a conoscenza delle problematiche inerenti al paese di Cengio e alla Valbormida in generale? Personalmente penso che la vicenda Acna torni di attualità ogni volta che si avvicinano appuntamenti elettorali!!
Come Sindaco ed Amministratore del Comune di Cengio, voglio ed ho l'obbligo e il dovere di dire la verità, quindi affermo assumendomene la responsabilità (cosa rara di questi tempi) che la bonifica sul sito industriale ex Acna è stata in gran parte realizzata ed è stata una bonifica tra le più impegnative a livello nazionale, per importanza tecnica ed economica e attualmente sono ancora in corso corposi lavori di completamento e finitura.
Che siano stati commessi errori nelle fasi progettuali, realizzative, operative, di valutazione ambientale è inconfutabile. Ci sarà ancora molto lavoro da fare, si dovranno verificare alcune criticità (ad es. area Merlo, ecc.), programmare il monitoraggio continuo del sito sino a quando i valori residui degli inquinanti non si saranno stabilizzati in maniera definitiva sotto le soglie stabilite dai protocolli d'intesa e soprattutto si dovranno ratificare le modalità esecutive per permettere l'insediamento di nuove realtà produttive sul sito.
Ciò dovrà essere fatto in accordo tra tutti gli attori della vicenda e quindi: la proprietà, il Governo, le regioni Liguria e Piemonte, i comuni piemontesi immediatamente a valle delle aree e ultimo, ma non ultimo come importanza, avendo da sempre ospitato sul proprio territorio lo stabilimento, il Comune di Cengio. Sarebbe follia dopo tutto quello che è stato fatto, non pensare concretamente alla riconversione industriale di tali aree. Sarebbe un affronto che il Comune di Cengio e la Valbormida tutta, non meritano e non possono sopportare.
Concludo dicendo che attualmente Cengio sotto l'aspetto ambientale non ha nulla da invidiare ai paesi limitrofi, sia del versante ligure che piemontese ed ha tutte le caratteristiche per proporsi come luogo turistico collinare, ubicato a circa mezzora di viaggio sia dalle spiagge della nostra riviera che dalle piste da sci delle nostre montagne".