L’Italia, parafrasando, “non è un paese per musicisti”. Soprattutto se suonano strumenti, per così dire, ingombranti, come il violoncello, e devono fare un viaggio in treno.
E’ successo, infatti, che il genovese Francesco Raspaolo, di ritorno da Portogruaro per la masterclass annuale di violoncello della "Accademia Santa Cecilia", sia stato multato sull’Intercity 687 delle 21.10 sulla tratta Milano Centrale-Genova Piazza Principe.
È lo stesso Francesco a raccontare in un post su Facebook l’accaduto: “Il controllore, nel giro di controllo biglietti tra Milano e Pavia, ha contestato la presenza del mio strumento per la eccessiva lunghezza di quest'ultimo, e per la sua pericolosità nel portabagagli superiore. Dopo avermi allontanato dal posto nel quale ero seduto – continua - e dopo aver fatto foto al mio strumento, senza interessarsi minimamente del contenuto della mia “navicella di guerre stellari”, così è stata etichettata dal suo collega, sono stato multato di 50 euro con la minaccia di farmi scendere alla stazione di Pavia e con il rischio di dover passare la notte lì, dichiarando che fosse una sua gentile concessione il lasciarmi ultimare il viaggio”.
Qual è la morale di questa vicenda all’italiana - per la quale verrebbe da dire: siamo tutti un po’ “suonati”?
“Sembrerebbe quindi che per i violoncellisti, ma anche per i contrabbassisti e per molti altri strumentisti – conclude Francesco - il viaggio in treno sia una soluzione impraticabile, a meno che non si viaggi esclusivamente su treni regionali, dove pare ne sia consentito il trasporto. Poi mi divertirò a verificare in quanti giorni si possa raggiungere Portogruaro da Genova, solo con i treni regionali... e sempre che ci siano combinazioni fruibili. In Italia ci saranno diverse migliaia di violoncellisti tra professionisti, neo diplomati, studenti, amatori, e molti di questi, come il sottoscritto, usa il treno abitualmente... mi auguro proprio che il mio caso rimanga l'unico, nel “paese della musica”.
Intanto ha presentato un reclamo a Trenitalia.