- 14 dicembre 2018, 12:25

Multedo, una lettera di Asl gela i residenti: “Nessun inquinamento ambientale”

Secondo il dipartimento di sanità pubblica, “non esiste un nesso tra depositi di materiale petrolchimico, patologie tumorali e cattivi odori percepiti”. I comitati insorgono: “Lo studio è troppo largo, comprende anche Pegli. E’ tutto da rifare”

Multedo, una lettera di Asl gela i residenti: “Nessun inquinamento ambientale”

“Pur convenendo che la popolazione di Multedo si trovi in una situazione costante di rischio legato alla presenza dei depositi petroliferi, allo stato attuale non esistono elementi che possano definire una condizione di inquinamento ambientale derivante da tale presenza”.

E’ la conclusione, da parte dell’Asl 3, di un’indagine condotta nelle scorse settimane sul nesso di casualità tra l’esposizione a sostanze presenti nei depositi di materiale petrolchimico, le patologie correlate e le soglie olfattive. Lo studio è stato effettuato dal Dipartimento di Prevenzione - Struttura Complessa Igiene e Sanità Pubblica ed è partito a seguito delle numerose segnalazioni fatte dai comitati della zona e da singoli cittadini.

Nei giorni scorsi, i risultati sono stati inviati, attraverso una lettera, al Comitato di Quartiere di Multedo e, per conoscenza, al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, al sindaco di Genova Marco Bucci, agli assessori comunali ad Ambiente e Sviluppo, Matteo Campora e Giancarlo Vinacci, al presidente del Municipio VII Ponente Claudio Chiarotti e alla Direzione Generale di Arpal.

Il documento, che porta la firma di Miria Bosi (responsabile della Struttura Semplice Ambiente e Salute di Asl 3) e di Maura Ferrari Bravo (direttore del Dipartimento), lascia piuttosto interdetti i cittadini. Perché si sostiene, in pratica, che non esiste una maggiore incidenza di malattie mortali (tumori maligni) rispetto alla vicina Pegli, che i dati sono in media con quelli della popolazione genovese e “il disagio olfattivo non può essere messo in correlazione con l’insorgenza di patologie”, anche perché “gli ossidi di azoto vengono emessi da processi di combustione civili ed industriali e dai trasporti veicolari e, allo stato attuale, si reputa che l’aumento del biossido di azoto possa essere ascrivibile al traffico veicolare”.

Insomma, non esistono elementi di rischio per la salute umana dovuti alla presenza dei depositi di materiale petrolchimico (diversa è la questione del rischio di incidente rilevante). Anche perché, prosegue l’Asl 3, “ad oggi non sono stati evidenziati accessi dei residenti della zona interessata presso i Pronto Soccorso degli Ospedali genovesi con sintomatologia riferibile alla contaminazione del sito”.

In pratica, vivere a fianco a depositi di materiale chimico, a fianco a un parco, dentro un bosco, sulla cima di una montagna non comporta alcuna differenza per la salute. La mortalità da tumore è nella media, i valori di inquinamento dell’aria, salvo alcuni superi momentanei, come quello dello scorso 3 novembre registrato dalla centralina di via Ronchi, “sono risultati nella norma”. L’Asl 3 spiega con chiarezza i suoi studi: “Per verificare se la presenza dei depositi petroliferi abbia costituito negli anni una causa di mortalità maggiore rispetto al resto della popolazione ligure, in riferimento alla patologia neoplastica, sono stati presi in visione i dati di mortalità, messi a disposizione da Alisa, per la circoscrizione di Pegli, che comprende la zona di Multedo, per il quinquennio 2009-2013”.

Secondo l’Asl, “nel quinquennio per tutti i tumori maligni si sono avuti 312 casi negli uomini, a fronte dei 308 attesi, e 225 casi nelle donne, a fronte dei 241 attesi. Sono dati quindi statisticamente non differenti. Nello specifico, per il tumore al polmone negli uomini sono stati registrati 65 casi a fronte degli 81 attesi e nelle donne 31 casi ai fronte dei 29 attesi, quindi una differenza non significativa”.

La conclusione è che “nella popolazione di Multedo, che pur vive in una situazione di rischio, la mortalità negli anni non è stata sensibilmente diversa da quella della popolazione ligure e pertanto si può affermare che tale rischio sia stato gestito al meglio”.

Fa piacere sapere che si muore di tumore con la stessa incidenza a Multedo, a Portofino e alle Cinque Terre, ma i cittadini, di fronte a questa relazione di Asl 3, sono fortemente scettici. Scrive ancora il Dipartimento: “La direttiva 2012/18/UE impone di mantenere opportune distanze di sicurezza tra gli stabilimenti di cui alla direttiva e le abitazioni e, per gli stabilimenti preesistenti, impone misure tecniche complementari per non accrescere i rischi per la salute umana e l’ambiente. Gli impianti chimici che mobilitano prodotti petroliferi, chimici e petrolchimici, ovvero Porto Petroli, Eni, Carmagnani e Superba, sono subordinati a un’autorizzazione basata sulle migliori tecniche disponibili, mirate a minimizzare le emissioni inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo, comprese le emissioni odorigene e sonore”.

Infine, Asl ricorda che “sul sito della Prefettura di Genova sono a disposizione i piani di emergenza esterna in cui sono dettagliate le misure intraprese a fronte dei possibili scenari di rischio”. Peccato che il link indicato dall’Asl porti a una dicitura ‘sito chiuso per aggiornamento’ e che i piani d’emergenza siano non solo assolutamente datati, ma anche pressoché sconosciuti ai cittadini in quanto un recente ripasso non è mai stato fatto né preso in considerazione. Non solo, i dati di Alisa partono da dieci anni fa e si fermano a cinque anni fa. Forse un po’ vetusti…

Il Comitato di Quartiere di Multedo osserva: “Pur ritenendo importante la risposta di Asl 3, che ad oggi è l'unico ente che abbia dato riscontro alla nostra lettera, riteniamo che la risposta sia incompleta. Secondo noi, Asl dovrà fare un nuovo studio epidemiologico e questa volta si confida nel fatto che venga presa in considerazione non tutta la popolazione di Pegli, di cui il nostro quartiere fa parte, ma solo la zona di Multedo. Riteniamo, inoltre, che il monitoraggio relativo alla qualità dell'aria effettuato solo sugli agenti inquinanti da smog sia incompleto su un territorio come il nostro, circondato da depositi chimici e Porto petroli”.

Secondo il direttivo del comitato, “le tante promesse fatte a Multedo, tra cui lo spostamento dei depositi, ad oggi non sono state mantenute e anzi la Carmagnani Spa, vittima anch'essa della mancanze di risposte, ha chiesto l'ampliamento sull'area dei vecchi serbatoi, il che fa presupporre che gli spostamenti non avverranno che tra molti anni. Il nostro grido di allarme deriva anche dal fatto che, a fronte di un traffico sempre maggiore sullo svincolo autostradale che insiste su via Dei Reggio, unica via di fuga in caso di incidente, si continua a non aggiornare i piani di emergenza, più volte richiesti e ritenuti fondamentali per un zona sensibile come la nostra”.

E anche il comitato Multedo per l’Ambiente, venuto a conoscenza di questo studio di Asl 3, pur non essendo tra i destinatari della lettera, contesta fortemente le conclusioni. A scrivere è il presidente, Goffredo Ferelli, rivolgendosi agli stessi interlocutori istituzionali: “Le conclusioni sono basate sull’esame di dati totalmente inadatti a valutare l’effettiva situazione epidemiologica dei residenti di Multedo. I dati utilizzati sono relativi alla circoscrizione di Pegli, della quale fa parte Multedo, ma dove l’esposizione dei 4700 residenti di Multedo ai vapori rilasciati dalle movimentazioni degli impianti sul territorio è profondamente diversa da quella degli altri residenti nella circoscrizione di Pegli. Ricordiamo come la diffusione di prodotti inquinanti nell’aria, decresce in funzione inversa della distanza dal punto di rilascio. Di fatto Pegli viene completamente protetta dalle esalazioni provenienti da Carmagnani e Superba. Rigettiamo pertanto l’ipotesi di usare la media dei fattori epidemiologici della circoscrizione di Pegli come valutazione dei danni subiti dagli abitanti di Multedo, per la ragione che il peso nella media viene fatto su una popolazione più che tripla di persone esposte a rischio enormemente più basso o addirittura inesistente”.

Multedo per l’Ambiente invita quindi Asl “a riconsiderare le vostre valutazioni su un modello epidemiologico coerente con la realtà, ad esempio mappando sul territorio gli accadimenti individuali riferiti non solo a patologie tumorali ad esito fatale, ma anche solo diagnosticate”. Anche sugli odori, le critiche sono marcate: “Non è mai stata completata una seria campagna di monitoraggio. Perciò riteniamo che nella vostra risposta si intraveda un tentativo di tranquillizzare la popolazione portando argomenti inaccettabili, sia scientificamente che tecnicamente”.

Alberto Bruzzone

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