Che ottobre sia stato un mese “difficile” per tutta la Liguria, funestato dal susseguirsi di molteplici allerte meteo, è fuori da ogni ombra di dubbio. Eppure, le cifre rese note dalla Regione Liguria per quanto riguarda il turismo e pubblicate da Savonanews (leggi QUI) parlano chiaro: ci sono realtà in crescita anche al di fuori dei mesi estivi, una su tutte Loano, e altre che invece riportano percentuali con il “segno meno”. Tra cui Finale Ligure.
Tutto ciò offre lo spunto per una serie di amare considerazioni da parte di Danilo Basso, operatore da lungo tempo nel mondo outdoor finalese. Da noi intervistato, commenta così: “Questo calo è il frutto ancora una volta di cattive gestioni (e non intendo politiche, ma specifiche del settore) che si sono susseguite in questi ultimi anni. Come sempre mi sta a cuore ribadire che non voglio fare polemica, non mi interessa entrare in lite con nessuno, semplicemente parlo con la consapevolezza di chi vive il territorio quotidianamente e lo ama. Questo è quello che vedo ogni giorno: si tentano manovre senza costrutto, continui interventi tampone, ma bisogna agire alla radice, con una programmazione metodica. Inoltre non dimentichiamo che il calo è legato anche in parte al fatto che continuiamo a mandare messaggi di divieto al turista, dalle falesie agli shuttle, che non sono un bel biglietto da visita per chi dall’estero vuole approcciarsi alla nostra realtà”.
Basso torna al punto-chiave: “Tutti coloro che negli anni si sono proposti a guida di un fattore fondamentale per la nostra economia come è l’outdoor hanno organizzato manifestazioni eccellenti per qualità e visibilità mondiale, e su quello non discuto, ma non hanno mai messo mano con cognizione di causa a nessun progetto per garantire una tutela del territorio quotidiana.
Una vera “Corte dei Miracoli” che adesso si sta riciclando in un giro chiuso di poltrone occupate a rotazione. Chi è veramente esperto, e non voglio parlare di me ma abbiamo tanti nomi di prestigio sul territorio, non ha mai avuto accesso a questi tavoli di discussione anche solo per dare un consiglio o per avere un confronto costruttivo”.
A questo punto Danilo Basso si riallaccia al convegno organizzato da Savonanews, al quale aveva preso parte (leggi QUI): “Quella è stata una grande opera con lo scopo di riunirci e permetterci di confrontarci tutti, tra operatori del settore, in un evento pubblico e aperto a chiunque, ma guarda caso alcuni di questi “malati di protagonismo” in quella circostanza non si sono presentati. E l’unica cosa che posso commentare è che me lo aspettavo: io stesso infatti da anni chiedo un incontro serio tra tutte le categorie, ma alcuni personaggi hanno sempre evitato di esporsi e di farsi dire in faccia una triste realtà che ormai purtroppo è sotto gli occhi di tutti”.
Prosegue Basso: “Sia chiaro che non ne faccio un discorso politico, ma anche le molte amministrazioni che si sono susseguite non hanno mai tenuto in considerazione le mie proposte e i miei progetti, tra l’altro a titolo totalmente gratuito, a costo zero e basate su passione e volontariato. Tutto questo solo per dare voce agli “scienziati” che si avvicendano in queste associazioni: inventano sempre nuovi marchi, gruppi, alleanze, ma alla fine nomi e facce sono sempre gli stessi, sono dei “Replicanti” di loro stessi. Conosco tanti esponenti di spicco di organizzazioni ambientaliste che alla mia domanda: ma che cosa hai fatto tu per salvaguardare il tuo ambiente? Rispondono: ‘Ho fatto venire Brumotti’. Se questo è un progetto a lungo termine, allora sì che siamo in buone mani!” ironizza Basso.
Conclude: “È inutile che qualcuno faccia il suo business, riempiendo gli alberghi di Finale per dieci giorni, ma poi non vada a vedere i danni al territorio fatti da queste manifestazioni. Si preferisce ignorare totalmente il ‘dopo’. E sto parlando degli stessi che poi vanno a fare interviste in tv riempiendosi la bocca sul “modello-Finale”, ma non si capisce questo presunto modello a che cosa si riferisca. Parlano di portare famiglie a spasso a piedi, in bici, a cavallo, ma non si rendono conto dei danni che queste famiglie troveranno (o troverebbero, se venissero) sul territorio? Il modello-Finale non esiste. Esisterebbe se una parte dei proventi di questi grandi eventi venissero davvero reinvestiti in un progetto ambientale.
Insomma: finiamola di sprecare soldi pubblici in ‘tapulli’ senza criterio. I soldi dei contribuenti andrebbero investiti in qualcosa di coerente e metodico. Quando ogni turista, sistematicamente, ti dice che a Finale trova i paesaggi tra i più belli del mondo ma, in cambio, trova anche un ambiente totalmente lasciato a se stesso e non curato, dovrebbe essere un grave campanello d’allarme. E io, purtroppo, queste frasi le sento sempre più spesso”.