Si svolgerà nella biblioteca civica di Albenga il 7 dicembre alle 17 la presentazione del libro: "La fine di un mito genovese, Cristoforo Colombo nasce a Savona nel 1436 circa e i Genovesi distruggono il porto di Savona nel 1440" di Franco Icardi, direttore della biblioteca civica di Cengio.
L’autore riporta i documenti dell’archivio segreto di Genova dove si trovano i dettagli della distruzione e dell’interramento del porto di Savona dal 4 agosto 1440 sino alla fine del 1442. L’occupazione militare di Savona da parte del Comune e del Banco di San Giorgio di Genova fu durissima: oltre 100 Savonesi (armatori, padroni di navi e mercanti) vennero incarcerati nelle prigioni genovesi. I Savonesi dovettero fuggire ed abbandonare i loro beni e commerci. Genova iniziò la costruzione della Fortezza del Priamar e nel 1440 Cristoforo Colombo aveva circa quattro anni e con la sua famiglia dovette lasciare la sua città.
Nella seconda parte del libro vengono mostrati i documenti degli archivi spagnoli come quello di Andrés Bernáldez parroco di Los Palacios presso Siviglia. Per ben due volte, nelle sue Memorias del Reinado de los Reyes Católicos, capitolo CXVIII, egli scrisse che l’Ammiraglio Colombo fu ospite in casa sua a Los Palacios. La prima volta fu dopo la fine del secondo viaggio oltre Atlantico: l’11 giugno 1496. Bernáldez era cappellano di monsignor Diego Deza arcivescovo di Siviglia quando pubblicò il manoscritto della Crónica de los Reyes Católicos (mss de 1594 de antigua Biblioteca Real. Madrid, en capitulo 70. h. 65v.). Qui testimoniò che “dicho almirante don Christóbal Colón de maravillosa e honrada memoria... murió de edad de setenta años (morì all’età di 70 anni)”. Dieci anni prima, nel 1496 come testimone oculare, ospitò l’ammiraglio Colombo che aveva allora 60 anni.
Il secondo documento è il “Memorial y Registro Breve: <aňo 1491, Y este año tomaron los Reyes asiento con Cristóbal Colón ginovés, natural de Saona, sobre el descubrimento de las Indias e Islas del Mar Oceano, de que tanta honra y provecho se ha seguido a estos reinos>”. Si tratta del riassunto delle Udienze dei re di Spagna redatto por (dal) el Dr. Galíndez de Carvajal. Chi era il dr. Lorenzo Galindez de Carvajal? Era oidor (giudice) ed uno dei primi consiglieri di Isabella I regina di Castiglia-León e del marito Fernando II re d’Aragona. Quindi non un semplice scrivano occasionale, ma un uomo di fiducia dei sovrani. Lo sarà ancora per il loro nipote, l’imperatore Carlo V nel giugno del 1525, quando lo aiutò nella redazione del suo testamento.
Inoltre c’è la lettera del fiorentino Giambattista Strozzi, agente del Duca di Toscana, scritta nel porto castigliano di Cadice e portata il 19 marzo 1494 alla corte di Francesco II Gonzaga di Mantova forse da Antonio Salimbeni, ambasciatore di Francesco II Gonzaga in Spagna. Qui si legge: “Adì VII de questo [Oggi 7 marzo 1494] arivorono qui a salvamento XII caravelle venute dalle isole trovate per Colombo savonese, armiraglio del óceano por lo re de Castiglia, venute in di XXV dalle ditte isole d’Antelia… arivorono qui sopra a Calis a XXIII ore”. Per quest’altro testimone oculare le 12 caravelle arrivarono dalle isole scoperte da Colombo savonese ammiraglio del mare oceano, dopo un viaggio di 25 giorni a Cadice alle ore 23.
C’è poi la prova irrefutabile del nipote dell’Ammiraglio Colombo, don Diego Colón y Toledo. Questi chiese, nell’anno 1535, di vestire l’abito di Santiago: quello dell’Ordine cavalleresco di San Giacomo di Compostella. A tal fine allegò la sua genealogia e giurò che non era figlio di ebrei, né di mori, né di plebei. Giurò inoltre che suo nonno paterno “abuelo paterno” [fu] Christóbal Colón, natural de Saona cerca de Génova (nato a Savona vicino a Genova)“. Allegò le testimonianze giurate (tutte sotto giuramento) e secretate (rese segrete) di Diego Méndez de Segura, di Pedro de Arana, e del licendiado Rodrigo Barreda l’8 marzo 1535 a Madrid. Ciò è conservato nell’Archivo Histórico Nacional de Madrid, Órdenes Militares, Indice de los caballeros que han vestido el habito de Santiago con sus genealogías correspondientes, fol. 46 nel 1° degli 8 volumi, che iniziano con l’anno 1501. Tale giuramento del nipote fu scoperto 357 anni dopo dal responsabile dell’Archivo Secreto de la Orden de Santiago e maestro dell’Ordine cavalleresco di Calatrava Francisco Rafael de Uhagón y Guardamino, marqués de Laurencín, [1858-1927], che lo pubblicò nel libro Patria de Colón según los documentos de la órdenes militares. Inviò subito la notizia al sindaco di Savona che fece fare la traduzione: La patria di Colombo secondo i documenti degli ordini militari di don Francisco Rafael de Uhagon; versione italiana di Giovanni Battista Garassini, Savona, Lodovico Bassetti, 1892.
È la fine di due miti: il mito della benevolenza genovese nei confronti dei Savonesi e del mito dell’ammiraglio Colombo nato a Genova.
L’autore Franco Mauro Icardi è nato a Cengio (Savona) il 14 agosto 1943. Ha lavorato sino all’agosto 2010 nella Biblioteca Civica di Cairo Montenotte dopo aver conseguito il diploma di bibliotecario presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Ha passato i suoi anni giovanili a studiare anche in Belgio ed all’Università di Lione in Francia. Ha seguito corsi di antropologia, etnologia e linguistica all’Università di Abidjan in Costa d’Avorio. Dall’agosto 1970 al 1985 ha lavorato in Africa Occidentale, ed in seguito a Roma come Consigliere Generale di una società internazionale che è presente nei cinque continenti. È l’attuale Direttore della Biblioteca Civica di Cengio e Presidente dell’Associazione della stessa Biblioteca. Appassionato di storia locale pubblica ora il suo 7° libro.