Domenica 25 Novembre alle ore 16,00 presso il Teatro delle Udienze di Finalborgo, l'Associazione Culturale Baba Jaga, apre le porte al pubblico per mostrare il progetto APPrendere differenteMENTE.
Il progetto, realizzato dall'Associazione culturale Baba Jaga con la consulenza pedagogica e didattica del Laboratorio Didattico Scholé di Loano, nasce dalla necessità di sensibilizzare il mondo scolastico del nostro territorio sul valore dei differenti modi di apprendere.
Ogni anno viene organizzata una settimana di incontri, rappresentazioni teatrali e laboratori tra Bisogni Educativi Speciali (BES) e Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) che facciano da ponte tra i giovani, la scuola e le famiglie, proponendosi come luogo di incontro, di conoscenza e di sperimentazione.
Noi di Savonanews avevamo seguito con interesse questa edizione fin dai primi passi (leggi QUI) ed abbiamo personalmente assistito a uno degli incontri svolti da ragazzi dell’Issel presso il Teatro delle Udienze.
In questo appuntamento al quale abbiamo preso parte, gli alunni che avevano iniziato a sviluppare il progetto in classe terza e lo hanno portato avanti fino a oggi, che si trovano in quarta, dialogavano con una classe seconda, mettendo pienamente a loro agio i più giovani e facendoli sentire in grado di esprimere serenamente, anche davanti all’occhio attento dei professori, i loro dubbi, le loro perplessità, le loro paure su come ciascuno di essi stava conducendo il proprio personale percorso di apprendimento.
Il tutto è iniziato con la proiezione di un documentario, della durata di 25 minuti, interamente girato, interpretato e montato dai ragazzi, nel quale venivano presi in esame cinque “casi-tipo” di studente, ciascuno con le proprie modalità di apprendimento.
Da qui, uno “zoom”, sotto forma di schede sul grande schermo, con l’analisi di varie problematiche giovanili: chi studia in maniera morbosa e compulsiva solo per il voto, chi soffre di ansia (il classico “Non ce la farò mai!”), chi teme in maniera eccessiva il giudizio altrui, chi si sente poco motivato o poco vicino ad alcune materie del corso e così via.
I giovani “tutor” hanno ricordato che esistono diversi stili di apprendimento per ciascuno di noi: dal visivo-verbale (la capacità di leggere e “assorbire” un testo scritto), il visivo non verbale (l’apprendimento mediante schemi, disegni, colori), l’uditivo (chi ha facilità a memorizzare il parlato, che sia una lezione in classe, una registrazione o un audiolibro), il cinestetico (l’apprendimento pratico, attraverso laboratori, esperimenti e manualità). Esistono anche diversi modi per rielaborare: quello analitico (più schematico) e quello globale (basato su intuito e sintesi), e diverse modalità di lavoro: individuale o in gruppo. Chiunque si rispecchi in una di queste “identità” è caldamente invitato a provare a confrontarsi anche con le altre, come opportunità di crescita personale.
Un quarto d’ora di tempo è stato dedicato a un questionario on-line (gestito dagli alunni di seconda attraverso i propri smartphone), per ricostruire una sorta di “identità di ognuno” sulla base di questi profili e delle molteplici variazioni possibili.
L’analisi dei risultati ha fatto da premessa a un ordinato e attento dibattito, nel quale gli studenti più grandi si sono mostrati estremamente “fraterni” nel suggerire soluzioni e riflessioni ai più piccoli, ricordando però a tutti: “Noi non vi stiamo imponendo niente e non vi vogliamo regalare verità preconfezionate. Semplicemente vogliamo esservi d’aiuto nel vostro percorso”.
Prezioso, infine, il consiglio di Giovanni Bonadonna, professionista specializzato nei processi di apprendimento, che ha detto ai ragazzi: “Non commettete mai l’errore di ragionare in termini di ‘noi’ e ‘loro’, alzando un muro tra studenti e professori. Non deve essere così, i professori sono qui per aiutarvi, per ascoltarvi: è il professore che lavora per l’allievo, non il contrario”.
In questo video, la professoressa Doriana Cavalli, docente di Scienze Umane, ci descrive come si è articolato il percorso:
Maria Grazia Pavanello, dell’associazione Baba Jaga, spiega come si è svolta la sinergia con il liceo “Issel”:
Ed ecco la “voce dei giovani”: gli studenti di quarta Thomas, Jacopo ed Elisa ci raccontano quanto ha lasciato di positivo in loro questa esperienza.
Concludendo: in un’epoca in cui tristemente vengono enfatizzati troppo spesso alcuni casi di cronaca con episodi di soprusi e arroganza verso gli insegnanti da parte degli alunni (e talvolta persino da parte dei genitori) è veramente positivo e confortante “toccare con mano” una realtà come questa, fatta da una parte di studenti seri e motivati, che dimostrano non solo preparazione ma anche sincera passione nel gestire un “laboratorio” come questo, ma dall’altra parte anche di professori capaci di dominare le più moderne tecniche pedagogiche e di usarle per instaurare un rapporto con gli alunni basato su fiducia e rispetto reciproci.