Dall'Accademia Kronos il cui presidente è l'ex sindaco di Andora Franco Floris scrive sul maltempo:
"C’è voluto quest’ultimo cataclisma meteoclimatico in Italia e su tutto il bacino del Mediterraneo per capire che le preoccupazioni di noi ambientalisti, espresse da tempo, erano e sono reali. In questi giorni tutti i network televisivi si sono impegnati a fare interviste, servizi nelle zone devaste e soprattutto a realizzare speciali per capire il perché di questa anomala ondata di maltempo e cosa poter fare in futuro per evitare altre catastrofi.
Che un bel giorno anche nel nostro Mediterraneo avremmo avuto uragani, tempeste tropicali e “piogge monsoniche”, non solo noi di Accademia Kronos lo scrivemmo già venti anni fa, ma a predire ciò fu anche l’ENEA e il CNR che avevano pubblicato una carta geografica che rappresentava l’Italia ridimensionata, perché molte sue coste e pianure erano previste sott’acqua. Fino a qualche mese fa, però, la gente era scettica e poi i soliti saccenti, che purtroppo ricoprono ancora ruoli importanti nella società e nel settore della comunicazione, ci dicevano che era tutto “sotto controllo”, che le variazioni climatiche c’erano sempre state e che noi “isterici ambientalisti” ci divertivamo a mettere paura alle persone. E adesso cosa ci dicono queste brave persone?
Il fenomeno del riscaldamento globale dell’atmosfera e degli oceani finalmente pare lo abbiano compreso un pò tutti, ora c’è solo da capire come adattarci a quello che ancora dovrà avvenire. Su questo punto due anni fa inviammo ai ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e degli Interni un progetto che prevedeva la nascita in Italia di esperti dei PNACC, ossia Piani Nazionali di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, come la stessa Unione Europea già nel 2014 aveva proposto agli Stati membri. Ovviamente, AK non essendo la costola di nessuna lobby politica, non conobbe mai una risposta a questo progetto. Progetto che analizza a 360 gradi la situazione climatica e che alla fine dà anche delle soluzioni. Se qualcuno ci avesse ascoltato, forse oggi avremmo salvato qualche vita.
L’ABUSIVISMO EDILIZIO E L’INCURIA DEL TERRITORIO
E’ bene che nei vari servizi TV si riparli di abusivismo e di deturpazione del territorio italiano, dopo anni e anni di silenzio. Certamente se quel villino illegale siciliano fosse stato abbattuto, come invece sarebbe accaduto in altri Paesi europei, oggi non dovremmo piangere 9 vittime.
A proposito di abusivismo e abbattimento di manufatti illegali, dieci anni fa chiedemmo al Ministro dell’Ambiente e a quello degli Interni di togliere ai sindaci l’onere di decidere sull’abbattimento di strutture abusive e di passare l’incarico ai Prefetti, mentre per l’opera materiale di demolizione avevamo indicato l’esercito. Era ed è ovvio che soprattutto sindaci di piccoli paesi temono la reazione del loro elettorato e, quindi, per non perdere consensi ci vanno molto cauti sui decreti di demolizione e, soprattutto, sull’abbattimento reale. Se invece a firmare i decreti di abbattimento fossero i Prefetti, tutto sarebbe più facile e gli stessi sindaci, forse, alla fine collaborerebbero di più.
Ci sono voluti dieci anni perché, finalmente, queste nostre proposte uscissero dalle bocche di personalità della scienza e della politica intervistati questi giorni in TV. Non solo, ma al “piagnisteo” di alcuni sindaci che affermano che non possono sostenere i costi di demolizione di un immobile illegale perché le loro casse sono vuote, noi oggi vorremmo rispondere che l’abbattimento dovrebbe farlo il Genio Militare e non ditte locali. In questo modo i vari sindaci verrebbero anche sgravati da costi insostenibili per le operazioni di abbattimento. C’è poi la questione del TAR, dove i proprietari di stabili illegali si rivolgono per bloccare la procedura di intervento di demolizione. Anche qui noi oggi proponiamo la nascita di una commissione permanente di esperti che in tempi rapidissimi possa interfacciarsi con i TAR per esprimere il proprio parere e accelerare così la procedura di bonifica del territorio.
Ma, Santo Dio, ci vuole molto per fare questo? Forse ci vanno bene gli oltre 71.000 ordini di abbattimento di illeciti che nonostante tutto stanno ancora in piedi anche se su terreni demaniali?
Si pensi che su molte regioni meridionali, negli ultimi 10 anni, su 1000 nuove costruzione circa la metà risulta abusiva o irregolare. Tutto questo si può ancora accettare in un Paese che dovrebbe ritenersi civile? Se pensate di viaggiare lungo le strade costiere della Sicilia, ( vedi foto ), noterete, ad esempio, che tra una città e l’altra esiste un’impressionante muraglia di case, casette e baracche dove il mare a stento si può vedere, mentre all’interno sulle colline giacciono ferme decine e decine di pale eoliche.
Su questo aspetto, la tanto criticata Europa, ha ragione: la devastazione del nostro territorio non ha eguali in nessun altro Paese europeo….
Se le ordinanze di abbattimento delle strutture abitative illecite trova come risposta la burocrazia, la connivenza di alcune autorità territoriali locali e non, la paura di ritorsioni di stampo mafiose e la filosofia levantina di “ laissez-faire “, allora abbiamo poco da sperare per il futuro. Tuttavia questo nuovo Governo sembrerebbe “invertire” la rotta e allora, ancora una volta non ci resta che sperare.
Ultima “dritta” per i sindaci coraggiosi che vogliono impedire l’abusivismo edilizio, ma non sanno come fare, è quella di dichiarare gli immobili illegali non agibili e, quindi, non abitabili. In questo modo, in attesa che la “palla” delle ordinanze di demolizione passi ai prefetti, i vigili comunali potrebbero intervenire e rendere “difficile” la permanenza negli immobili abusivi da parte dei costruttori.