Dieci milioni di euro di danni, a una prima stima. Ma potrebbero diventare molti di più. Lo tsunami che si è abbattuto sul Ponente genovese non ha precedenti, a memoria di tanti.
“In 47 anni non ricordo una cosa del genere”, afferma il presidente del Municipio VII Ponente Claudio Chiarotti, allargando le braccia. A ogni minuto nasce una nuova emergenza, c’è da intervenire su un problema, una criticità: un cartello divelto, un altro pericolante, un albero a rischio crollo, le strade da pulire, le frazioni collinari da liberare.
“Parlo di dieci milioni - osserva Chiarotti - facendo un po’ il conto della serva. Ma anche ieri, nel corso del sopralluogo da parte dell’assessore comunale Fanghella, sono emerse più o meno queste valutazioni. I principali danni, come si è potuto vedere, sono relativi alla passeggiata di Voltri. Ma anche a Pegli ci sono circoli e società assolutamente distrutti. Nei parchi occorre controllare quello che è rimasto in piedi, non solamente rimuovere ciò che è caduto. Sarà un lavoro lungo e molto complesso, quello che ci aspetta nelle prossime settimane”.
Sempre con le allerte dietro l’angolo, con l’incubo che un’altra mareggiata, anche se di minore intensità, possa dare la sferzata finale. “La passeggiata? Facciamo prima a demolirla e a rifarla da zero - è il pensiero di Chiarotti - Però sarà meglio mettere prima in sicurezza il litorale. E’ inutile ricostruire se poi alla prima mareggiata forte siamo di nuovo in questa situazione. Anche nel 2008, la realizzazione del nuovo lungomare doveva essere anticipata dalle opere di difesa del mare. Moli e dighe soffolte. I troppi no ci hanno portato allo scenario di oggi. Ora, nell’immediato, abbiamo il problema di chiudere tutto il tratto danneggiato, che supera ampiamente il 75%, rendendolo inaccessibile. Non ci deve poter entrare nessuno. E’ troppo pericoloso. Viene giù tutto”.
Nel mirino, in queste ore, c’è l’Autorità Portuale, cui spetta la cura e la manutenzione delle aree demaniali. “La colpa è loro, erano perfettamente consci di questo pericolo”. Mentre Chiarotti preferisce non commentare le parole del sindaco Marco Bucci in consiglio comunale.
Ieri, il primo cittadino si è espresso in questi termini: “La situazione è seria, ma tutto sommato la considerazione che si fa a livello regionale e nazionale è che Genova ha retto bene, che ci sono posti messi anche peggio”.
Il sindaco ha elencato, in maniera analitica, gli interventi effettuati nell’immediato: “A Genova ci sono stati 5 interventi per frane, 4 edifici sgomberati nella notte ma nessuno sfollato, 8 linee elettriche saltate e ripristinate, 8 richieste per idrovore, 22 semafori danneggiati, 28 pali di illuminazione pubblica danneggiati, 8 cartelloni volati sui tetti con relativo danneggiamento degli stessi, 70 alberi abbattuti, 8 problemi alle linee elettriche, tutti ripristinate, 2 tubi dell’acqua rotti, 6 interventi di Aster sul litorale per la mareggiata, 250 telefonate ricevute dal numero verde della Protezione Civile, 25 segnalazioni per interruzioni della rete Enel, ripristinate nell’arco di due ore, 22 strade interrotte da alberi”.
Poi, si è lasciato andare a una considerazione che ha irritato i più: “Il commento che diceva ‘Genova si è difesa bene’ in realtà è vero, se la paragoniamo alle altre città”. E ancora: “La mareggiata non è stata tanto potente, ma è venuta in una direzione in cui la nostra costa non è abituata. Nella mia infanzia ne ho viste di molte peggio”.
Due concetti forse mal espressi, forse mal interpretati, che hanno suscitato una dura reazione. Matteo Frulio, assessore municipale ai Lavori Pubblici del VII Ponente, sfoga in un post tutto il suo sconforto: “No scusate, ma dopo il mazzo che ci siamo fatti tra tutti in questi giorni, la dichiarazione del sindaco Bucci in Consiglio Comunale, scusate sa di presa per i fondelli. Per me e per chi da 48 ore è in giro per tutto il Ponente a fare il proprio dovere. Per tutte le persone e associazioni che hanno passato il tempo a darsi da fare sul litorale e nell'entroterra. Quello che emerge dalla sua relazione è surreale: ‘Genova ha tenuto molto bene’. No, il Ponente è devastato! Devastato, caro sindaco!”.
Frulio ha molto da ridire anche sulla scelta del sindaco di non chiudere parchi e giardini. “Ci prendiamo questo rischio - ha detto Bucci - Ho detto di no alla proposta della Direzione Parchi perché non possiamo blindare una città”.
“Peccato - replica l’assessore municipale - che ci sono alberature da controllare, e ci sono ancora da tagliare gli alberi, alcuni giganteschi, fracassati al suolo. Parchi come Villa De Mari o Villa Duchessa hanno decine di alberi pericolanti e crollati”.
Villa Duchessa in particolare, uno dei parchi fiore all’occhiello per tutta Genova e non solo, presenta in questi giorni uno scenario post-bellico. Nel primo pomeriggio si è svolto un sopralluogo per tracciare un primo bilancio. “I danni provocati al Giardino all’italiana sono gravissimi - affermano i volontari del parco - Ben quattro cipressi storici sono andati distrutti. Ma la conta dei danni completa all'interno dei 32 ettari di Parco Storico è ancora da farsi. Chiediamo a tutti di darci una mano e di starci vicino”.