- 13 ottobre 2018, 15:17

I cittadini di Pra’ e Palmaro: “Potenziare la linea 94”

Roberto Di Somma del Comitato Palmaro scrive ad Amt: “Le corse vanno aumentate. Chi sostiene che c’è scarsa affluenza, dice una menzogna. È inutile invitare all’uso dei mezzi pubblici, se poi il servizio non funziona bene”

I cittadini di Pra’ e Palmaro: “Potenziare la linea 94”

“Usare il mezzo pubblico per gli spostamenti”. Quante volte abbiamo sentito questa frase, negli ultimi anni. Quante più in questi ultimi due mesi, da quando il Ponte Morandi è crollato, complicando ulteriormente la già fragile e vulnerabile viabilità del Ponente cittadino. Aumento delle corse dei bus, servizio Navebus potenziato, parcheggi d’interscambio allargati, treni a maggiore cadenza: tutto molto giusto e molto importante.

Ma poi occorre che funzionino anche i trasporti pubblici ‘a corona’. Ovvero quelle corriere che servono le zone collinari, nelle quali abitano migliaia di persone. E’ necessario che l’auto si lasci ferma sin da casa, evitando di andare ad intasare le direttrici costiere. Con questa filosofia, sacrosanta, ragiona il Comitato Palmaro, che nei giorni scorsi ha denunciato i “disservizi e le cadenze troppo lunghe delle corse della linea 94, una collinare molto preziosa perché serve due fronti dello stesso promontorio in due zone ad alta concentrazione di densità, nella delegazione di Pra’”.

Roberto Di Somma, presidente del Comitato e sempre molto attento ai problemi del quartiere (a cominciare dai rumori portuali e da quelli provocati dall’autostrada vicina ai palazzi), ha scritto nei giorni scorsi ad Amt, al Comune e ai media cittadini. “Ogni giorno - sostiene il Comitato Palmaro - studenti, lavoratori, casalinghe, mamme con bambini e persone anziane utilizzano, o meglio vorrebbero utilizzare, il trasporto pubblico per raggiungere la stazione ferroviaria di Pra’, ormai punto nevralgico dopo il crollo del ponte Morandi, o semplicemente i due plessi scolastici della delegazione ponentina o ancora il vivissimo campo da calcio e rugby che ospita diverse società sportive, senza tralasciare i negozi che nei quartieri Branega e Palmaro riescono ancora a tenere aperto, contribuendo alla micro economia locale”. Un quadro preciso dell’utenza e dei movimenti della zona, purtroppo però “a causa degli orari troppi lunghi tra una corsa e l’altra e l’inaffidabilità sempre maggiore dei bus utilizzati per questa linea, oggetto di guasti quasi quotidiani, non di rado le persone restano alle fermate, con ogni tipo di condizione climatica e talvolta costrette a fortunosi passaggi sulle auto di benevoli conoscenti vicini di casa”.

Di Somma racconta che “per ovviare ai continui disagi, gli utenti della linea si sono organizzati con un gruppo Whatsapp per scambiarsi informazioni sui disservizi, in modo da potersi organizzare senza aspettare lunghi periodi all’aperto o eventualmente pianificare uscite e rientri anticipati da e per casa o rassegnarsi all’utilizzo dei mezzi privati”.

E proprio quest’ultima è la sconfitta della buona volontà e della mobilità ‘intelligente’ e sostenibile. Il gradino che non andrebbe mai raggiunto. “Molti sono i cittadini che si dicono disposti a fermare l’auto per i mezzi pubblici, molti sono gli utenti infuriati perché pagano abbonamenti senza ricevere un equo servizio e tutti sostengono che l’utilizzo del bus sarebbe un’ottima alternativa, in quanto conduce direttamente alla stazione ferroviaria. Se il sevizio fosse affidabile e ampliato, la maggior parte delle persone della zona non intaserebbero il parcheggio di interscambio con auto che fanno lo stesso tragitto della linea 94. Inoltre i commercianti godrebbero davanti alle loro vetrine di più persone, le quali potrebbero essere invogliate anche semplicemente a prendere un caffè per ingannare quei dieci minuti d’attesa che sarebbero auspicabili e comprensibili per un servizio di qualità”.

Il Comitato conclude: “Se si vuole spingere i cittadini ad adottare comportamenti più virtuosi, bisogna anche metterli in condizione di poterlo fare, pertanto si chiede ad Amt di smetterla di utilizzare la scusa della scarsa affluenza sulla linea perché è palesemente una menzogna e di prendere in seria considerazione l’ipotesi di un raddoppio delle corse passando ad una cadenza massima di venti minuti circa e l’utilizzo di vetture adeguate che non si guastino ogni giorno. A questo punto pagare il servizio Amt sarebbe un onore più che un onere”. Palmaro innesca un’altra battaglia. Questa volta a beneficio di tutta la delegazione.

Alberto Cappato

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