Attualità - 15 settembre 2018, 17:00

La chiusura domenicale dei centri commerciali potrebbe portare a una "rinascita" di Finalborgo?

Ne parliamo con l'associazione Finalborgo.it: "Dipende da quale taglio i legislatori vorranno dare alla legge"

La chiusura domenicale dei centri commerciali potrebbe portare a una "rinascita" di Finalborgo?

Su Savonanews abbiamo affrontato spesso la tematica della “presepizzazione” di Finalborgo: che cosa significa? Al centro del dibattito è la chiusura delle porte, con conseguente riduzione del traffico proveniente dai paesi dell’entroterra, che non è piaciuta ad alcuni commercianti storici e ad alcune associazioni culturali, a causa di un calo del commercio al dettaglio a più riprese dimostrato con numeri e dati alla mano.

Ma se la recente proposta di legge sulle chiusure domenicali dei centri commerciali sparigliasse le carte in tavola? Se la gente, privata da questa alternativa, riscoprisse la gioia del passeggio all’aria aperta, attraversando vie ricche di arte e di cultura?

Stiamo facendo l’esempio di Finalborgo perché è il luogo che maggiormente, in tempi recenti, ha sollevato la problematica del rischio “presepizzazione”, cioè della trasformazione in un bel presepe, affascinante ma chiuso, morto e fine a se stesso. Ma ovviamente l’ipotesi che il passeggio domenicale porti nuova linfa è estendibile anche a tutti i paesi dell’entroterra savonese e, in generale, ligure.

Ne abbiamo parlato con l’associazione Finalborgo.it, perché è quella che maggiormente si è battuta negli anni per un borgo “vivo” e valorizzato sotto ogni suo aspetto: quindi sì al turismo sportivo, ma anche a quello culturale, quello enogastronomico e quello legato in generale alla riscoperta delle antiche tradizioni.

“Alcuni nostri associati hanno già manifestato perplessità e preoccupazioni, pertanto a breve organizzeremo una riunione del direttivo per fare il punto, ma allo stato attuale delle cose il discorso è bivalente – ci spiegano da Finalborgo.it – se la legge dovesse imporre delle limitazioni al piccolo commercio potrebbe rivelarsi il colpo di grazia per un settore già in crisi da anni. Ma se al contrario tutto fosse progettato proprio per porre un freno al forte potere economico della grande distribuzione, al fine di valorizzare realtà più locali e caratteristiche, i risultati ci sarebbero e sarebbero tangibili”.

Paolo Folco di Finalborgo.it adopera una metafora per descrivere la situazione: “Mi sento in una posizione che definirei attendista, nel senso che in questo momento è come se la legge fosse un sasso sulla vetta di una montagna. Se dovesse rotolare dal crinale giusto per noi che tuteliamo l’autenticità e vivibilità del centro storico, potrebbe fare riaffiorare una miniera di pietre preziose, ma se disgraziatamente scendesse dal crinale sbagliato potrebbe rivelarsi una frana in grado di travolgerci tutti. Siamo nelle mani dei legislatori, per cui non resta che attendere e vedere come si evolverà la proposta. Ma è chiaro che la tutela dei centri storici non debba essere portata avanti soltanto per legge, ma anche con azioni quotidiane e concrete, a cominciare dall’impedire il sorgere di centri commerciali nelle vicinanze, come peraltro si è già espressa la Consulta del Turismo di Finale Ligure”.

 

Alberto Sgarlato

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