- 05 settembre 2018, 15:25

A Genova cresce il "lavoro agile", nel pubblico e nel privato

Enti pubblici e aziende private a confronto sullo smart working a Palazzo Tursi, per migliorare lavoro e qualità di vita dei dipendenti, con un occhio alla decongestione del traffico

A Genova cresce il "lavoro agile", nel pubblico e nel privato

Con il crollo del ponte Morandi sono molti i lavoratori che incontrno nuerosi disagi per recarsi in ufficio o in azienda, e per questo gli eti puvbblici e le aziende hnno voluto accelerare il lavoro di riflessione già avviato su smart working e coworking: queste nuove modalità di approccio al lavoro permetteranno, soprattutto a chi risiede in zone la cui logistivca ora è in crisi, di svolgere parte delle proprie mansioni da casa, grazie all'ausilio della tecnologia.

L'attuale situazione di emergenza, considerando anche l'avvicinasrsi del periodo autunnale e le possibili allerta meteo, ha spinto il Comune Genova, insieme ai soggetti pubblici e privati della rete cittadina, Regione Liguria, Città Metropolitana, Camera di Commercio, Asl 3, Università di Genova A.Li.Sa., ABB, IIT e Rina, ad organizzare un tavolo di confronto e approfondimento sul tema.  

"E' un segnale forte per la città, in questo momento duramente colpita: vedere una rete di soggetti pubblici e privati agire e cooperare per un prgetto complesso ma dai risultati significativi - dichiara l'assessore al personale, pari opportunità e diritti, Arianna Viscogliosi - Il segnale ulteriore che vogliamo dare è quello di partire già a settembre con smartworking e coworking, insieme, anche gradualmente e anche con numeri di personale sostenibili. E' importante comunicare che tutti insieme siamo riusciti a rispondere con una modalità organizzativa flessibile a vantaggio di tutti".

Il commento dell'assessore Viscogliosi:

Il progetto, per quanto riguarda l'amministrazione di Palazzo Tursi, coinvolgerà circa il 10 per cento dei circa 5000 dipendenti, consentendo loro di effettuare "in remoto", da casa propria o da quella di un parente, il proprio lavoro per quattro giornate al mese. La logica con cui fruire di questa possibilità è quella di evitare che i dipendenti siano costretti a recarsi presso il proprio ufficio ad esempio in situazioni meteo sfavorevoli, che generalmente congestionano di molto il traffico in città. Naturalmente il progetto coinvolge quelle figure professionali le cui mansioni sono almeno in parte effettuabili a distanza, e viene sancito da un contratto stilato e sottoscritto con il proprio datore di lavoro, che identifica obiettivi da raggiungere, garantendo massima flessibilità su orario e luogo della prestazione.

Presenti all'incontro anche molte realtà private come quella di Esaote, aienda colpita molto gravemente da un punto di vista logistico dalla tragedia del 14 agosto. Il commento del direttore del personale Gianluca Zardato:

RG

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