- 01 settembre 2018, 14:16

Crollo ponte, black out telecamere Autostrade: non sono state manomesse (VIDEO)

Nessun black out doloso. La mattina del 14 agosto la centralina che alimentava gli apparecchi video è andata in tilt sotto la pioggia battente. Esclusa anche l'ipotesi fulmine

Crollo ponte, black out telecamere Autostrade: non sono state manomesse (VIDEO)

Nessun black out doloso per le telecamere di Autostrade. Lo ha confermato la Procura di Genova, escludendo la possibilità di manomissioni volontarie e le ipotesi che erano state fatte circolare sin dai giorni immediatamente successivi al disastro sul Polcevera.

La mattina del 14 agosto, la centralina elettrica che alimentava le due telecamere di Autostrade aveva evidenziato problemi più volte e il salvavita si era staccato per cali di tensione. Intorno alle 11.30, pochi minuti prima del collasso della struttura, avvenuto alle 11.37, una nuvola carica di pioggia si è abbattuta anche sulla centralina, che a causa dell'elevato carico di acqua non è riuscita a partire.

La seconda telecamera, che stava riprendendo lo svincolo, si è girata verso il ponte, invece, solo quando il tecnico addetto alle telecamere ha visto le auto che frenavano e i mezzi che invertivano la marcia tornando indietro contromano: il dispositivo ha puntato la struttura a crollo già avvenuto.

Gli esperti hanno escluso anche l'ipotesi che un fulmine abbiano provocato la rottura degli stralli del ponte: Arpal hanno concluso la mappatura delle saette cadute qual giorno e hanno rilevato che la più vicina era caduta a oltre un chilometro di distanza.

C'è un altro video, di un'azienda privata, che non è stato diffuso. Si tratta delle immagini fissate dalla telecamera di una ditta con sede in corso Perrone, che mostrano il momento del crollo. Per motivi investigativi il video non è stato divulgato, anche perché - ha spiegato il procuratore Francesco Cozzi - i testimoni oculari, se lo vedessero, rischierebbero di raccontarci una versione inquinata di come sono andate esattamente le cose".

Le indagini sembrano aver preso un'accelerata, anche se i documenti sequestrati sono tanti: decine di migliaia di pagine acquisite in questi giorni dalla guardia di finanza (al Ministero delle Infrastrutture, alla Spea Engineering, alle Autostrade e al Provveditorato per le opere pubbliche di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta). Tutto il materiale viene scannerizzato e catalogato per formare un unico fascicolo telematico. Nonostante il lavoro laborioso, entro la settimana prossima dovrebbero arrivare i nomi dei primi indagati.

Due gli interrogativi cruciali: chi doveva decidere la chiusura o l'alleggerimento del traffico sul ponte in attesa dei lavori di consolidamento delle pile 9 e 10, che sarebbero dovuti partire in autunno, e chi sapeva dello stato di ammaloramento della struttura?

rg

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