Già negli anni ’80 lo stesso progettista dell’omonimo ponte, l’ingegner Riccardo Morandi, aveva evidenziato, in base a uno studio commissionato da Autostrade, corrosioni maggiori sul lato mare del viadotto, quello che ha ceduto per primo. Una degradazione "più rapida di quello che ci si potesse aspettare", aveva scritto.
E a determinare il cedimento dello scorso 14 agosto sarebbe stata una bolla d'aria all'interno del tirante di calcestruzzo che avrebbe corroso e arrugginito i cavi di acciaio all'interno dello strallo. Questa una delle cause ipotizzate dalla Procura.