- 24 agosto 2018, 09:31

Demolizione del ponte: ma come?

Un'opera ingegneristica pari a quella della costruzione: si incrociano variabili importanti, dal traffico alle case alla presenza degli stabilimenti

Demolizione del ponte: ma come?

L'abbattimento di Ponte Morandi? Un'opera ingegneristica di valore pari a quello della costruzione. Con tempi che si prospettano impegnativi. Tutto dipende dal programma che verrà adottato. Autostrade per l'Italia nel giro di 5 giorni presenterà alla commissione del Mit il piano (o più piani) per demolire l'infrastruttrutura.  

"L'intero ponte sarà demolito, ma non è detto che venga usato l'esplosivo. E qualora venisse usato non sappiamo dire come impatterà sulle abitazioni sottostanti", ha detto il governatore regionale Giovanni Toti, commissario per l'emergenza. Lo stesso Toti ha commentato che "ci vorrà un anno di tempo per abbattere ponte Morandi e costruirne uno nuovo; servirà più tempo di quanto abbiamo previsto, dipenderà molto anche da quale piano sarà adottato". 

Allo stato attuale, non sappiamo come reagirà il ponte alle sollecitazioni né cosa comporterà il piano, quali sono le traiettorie di crollo durante la demolizione, cosa comporterà la messa in sicurezza.

E' stata una riunione-fiume quella sui modi e sui tempi dell'abbattimento. Non c'era solo l'ingegner Stefano Marigliani, direttore del Tronco di Genova, a profilare possibili soluzioni; hanno partecipato anche il procuratore Francesco Cozzi, l'aggiunto Paolo D'Ovidio e con loro l'esperto del Politecnico di Milano Pier Giorgio Malerba, consulente della Procura. E ancora il prefetto Fiamma Spena, il sindaco Marco Bucci, i tecnici di Comune e Regione. 

La magistratura non ha ancora dato l'autorizzazione a dissequestrare i monconi di ponte Morandi, nulla osta necessario per l'eventuale demolizione. In ogni caso, se si useranno micro cariche esplosive o uno smontaggio, la Procura chiede che il tutto venga fatto in modo da salvaguardare materiale utile sul piano investigativo. 
Dal canto suo, Toti in conferenza stampa ha sottolineato che "le esigenze di giustizia non intralceranno i lavori per la demolizione e ricostruzione".

"Non ci sono piani di dettaglio, abbiamo dato alla società tempo fino a venerdì prossimo. Il piano dovrà essere sottoposto prima alla Procura, perché serve il dissequestro dei tronconi del ponte, e poi andrà sottoposto ai nostri tecnici, quindi andrà in giunta", ha dichiarato Toti.  

"E' un'opera complessa l'abbattimento, tanto quanto la sua costruzione e si incrocia con tante variabili, dal traffico alla presenza degli stabilimenti - ha aggiunto il presidente della Regione - Ci sono tante ipotesi potrebbero anche cambiare in corso d'opera. Anche se si procederà con esplosioni, per la demolizione del ponte, e non è detto che questo avvenga, al momento non sappiamo quanto questo impatterà sulle abitazioni sottostanti".

Il gruppo di lavoro dell'Università di Genova ha già elaborato alcune ipotesi, non solo per la ricostruzione, ma anche per l'abbattimento. I monconi del ponte Morandi devono essere fatti implodere: Sergio Lagomarsino, docente di tecnica delle costruzioni del Dipartimento di ingegneria civile, scarta l'ipotesi dello smontaggio controllato. "Si può far crollare i monconi con cariche disposte programmate e un effetto controllato - osserva Lagomarsino - Lo smontaggio con mezzi meccanici a quell'altezza, a mio avviso, non è proponibile". Lagomarsino sostiene che un crollo da quell'altezza "forse necessita di un'area rossa più vasta dell'attuale". Il docente, che non si è pronunciato sui tempi di abbattimento e ricostruzione, ha sottolineato che il nuovo ponte deve necessariamente essere ricostruito in quel punto.

 

rg

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