All’indomani di una tragedia, per certi versi annunciata, Confagricoltura Liguria “esprime - per bocca del suo presidente regionale, Luca De Michelis - in prima battuta il cordoglio alle famiglie delle vittime del crollo del Ponte Morandi, affermando nel contempo che questa tragedia deve rappresentare per tutte le istituzioni e l’intero Paese un monito indelebile al pari di come indelebile sarà per tutti quello che è successo e che ha profondamente segnato non solo Genova ma l’intero Paese”.
“Occorre - prosegue il presidente di Confagricoltura Liguria - dare attuazione immediata ad un ‘piano Liguria’ per la messa in sicurezza delle infrastrutture e del territorio, in quanto nel 2018 non si può morire sulle strade verso la villeggiatura o il proprio posto di lavoro, perdere vite umane per le alluvioni o le frane. Un Piano che da qui parta e sia esteso all’intero Paese”.
E’ indubitabile, secondo Confagricoltura Liguria, che quello che è successo a Genova avrà ripercussioni enormi non solo emotive ma anche economiche, e non solo per Genova e la Liguria, ma per l’intera Italia. Per questo Confagricoltura sarà attenta e severa nel vigilare che le risposte all’emergenza siano immediate, serie e definitive, in quanto il crollo, e ciò che ne deriva, non è sostenibile a lungo.
“Va detto con forza - prosegue De Michelis - che la mancanza del Ponte Morandi avrà ripercussioni inimmaginabili per l’economia non solo genovese, considerando che su quel ponte transitavano oltre 25 milioni di veicoli l’anno, molti dei quali diretti al primo scalo portuale d’Italia. L’asse tirrenico che passava sul Ponte Morandi - prosegue il presidente ligure di Confagricoltura - era ed è strategico per tutti i commerci provenienti dalla Francia e dalla Spagna, diretti non solo al Porto di Genova ma a tutto il versante tirrenico della Penisola e verso la Pianura Padana”.
“Temiamo molto - continua Luca De Michelis - il contraccolpo anche sull’agroalimentare ligure. Le produzioni del Ponente, infatti, saranno trasportate verso la Toscana ed il litorale tirrenico con un aggravio di 110 chilometri rispetto all’abituale tracciato, dovendo dal 14 agosto deviare il flusso dalla A 10 verso la A 26 e la bretella di Novi Ligure per poi ridiscendere verso il Levante attraverso la ‘camionale’, ovvero la A7”.
“Il traffico portuale rischia il collasso - continua Confagricoltura Liguria - con danni enormi, se si considera che da Genova parte via nave l’80 % di ciò che esportiamo come agroalimentare via mare”.
"Molto decisa Confagricoltura Liguria nell’affermare che un “Paese moderno non può prescindere da vie di comunicazione all’altezza ed in primo luogo sicure". Ecco perché l’Organizzazione agricola afferma, condannando nel contempo ogni forma di speculazione sul tema vista anche in questi giorni, che occorre dire si e senza indugio a Gronda e anche a Terzo Valico, proprio perché si deve finalmente ragionare anche sul trasporto di merci e persone su ferro oltre che su gomma".
"Chi è “contro” a prescindere nei confronti di queste infrastrutture, fondamentali non solo per lo sviluppo della Liguria ma per la sua stessa sopravvivenza, è “contro” un Paese moderno e sicuro. In ultimo, proprio per la concretezza che da sempre contraddistingue Confagricoltura e le sue imprese, si segnala che ieri i presidenti di Confagricoltura Liguria e Agriturist Liguria hanno scritto al Governatore Toti per offrire gratuitamente ospitalità, a parte degli sfollati in seguito al crollo, nelle aziende agrituristiche associate che da subito, con grande slancio, hanno dato la loro disponibilità in tal senso - conclude - Un gesto che testimonia, ancor ve ne fosse bisogno, la “natura” dei liguri e dei genovesi che nelle tragedie che troppo spesso hanno colpito questa regione negli ultimi decenni, sanno trovare sempre la forza di reagire. Genova si piega ma non si spezza. Confagricoltura c’è".