Il crollo del ponte “Morandi” è una ferita indelebile nel cuore dei liguri. “Mi sono reso conto che nulla sarà più come prima” dice l’Assessore Regionale Gianni Berrino ai nostri microfoni. Ed è forse la frase che meglio sintetizza le sensazioni provate in questi giorni. Genova e tutta la Liguria non dimenticheranno mai il 14 agosto 2018.
Mentre l’Italia intera si prepara per il giorno di lutto nazionale proclamato per domani, abbiamo incontrato e intervistato l’Assessore Regionale Berrino. Dal turismo ai trasporti in chiave presente e futura, un’analisi a tutto tondo del dramma sul Polcevera.
Lei ha le deleghe a Turismo e Trasporti, forse i due settori maggiormente colpiti dalla tragedia di Genova, qual è la situazione al momento e cosa si devono aspettare i genovesi e i liguri per i prossimi anni.
“A oggi con il Comune di Genova stiamo lavorando per dare delle alternative alla viabilità, si tratta di un ponte sul quale transitavano ogni giorno decine di migliaia di mezzi e univa non solo la Liguria ma anche l’Italia alla Francia, al Portogallo e alla Spagna, non è semplice sostituirlo nell’immediato. Il traffico autostradale viene deviato su Novi Ligure in entrambe le direzioni, chi va a Genova anche per turismo esce ai caselli di Nervi, Genova Est, Genova Ovest o Genova Aeroporto. Dal punto di vista turistico non vedo problematiche, basta dare una chiara informazione sul fatto che ci possono essere dei rallentamenti o 70 chilometri in più per aggirare Genova dall’alto. Per la riviera di Ponente non ci sono problemi arrivando da Torino, Milano o dal Veneto e dall’Emilia Romagna”.
Difficile fare previsioni, ma si è fatto un’idea o una stima dei tempi per tornare alla normalità?
“La normalità si avrà quando sarà ricostruito il ponte, quando si sarà abbattuto quello che è rimasto e si sarà costruito un ponte moderno, efficiente e sicuro per attraversare la nostra regione. Con il Comune di Genova e con l’autorità portuale stiamo studiando alcune soluzioni alternative come percorsi viari all’interno dello stabilimento dell’Ilva e potranno sopportare il carico merci. Il traffico delle merci è quello che ci preoccupa di più in quanto il porto di Genova è in grande crescita e non può andare in tilt. Stiamo lavorando con Trenitalia e Rfi per garantire il ripristino dei binari necessario per il trasporto delle merci su rotaia ma anche per lo spostamento delle persone. Al momento non si può ancora raggiungere in treno Ovada e Acqui, ma sono aperte tutte le altre linee. I turisti possono venire tranquillamente e stiamo verificando la possibilità di mettere ulteriori treni sulla tratta per Ventimiglia per trasportare un maggior numero di passeggeri”.
Infine una considerazione sul piano umano. Lei è ligure e sanremese, come tutti noi avrà percorso centinaia di volte quel ponte. Che impressione le ha fatto vedere quelle immagini?
“La sensazione peggiore l’ho avuta il giorno di Ferragosto quando sono arrivato a Genova per mettermi al lavoro e ho visto l’uscita obbligatoria a Genova Aeroporto con scritto “tratto autostradale chiuso”, mi sono reso conto che nulla potrà essere più come prima. Fa riflettere, per tre anni ci sono passato due volte al giorno e fa riflettere sui casi della vita. Poi sono stato sotto al ponte per un sopralluogo e devo dire che dà una sensazione di impotenza nel vedere la grandezza di questo viadotto sul quale siamo sempre passati senza mai soffermarci su ciò che stavamo facendo, una volta visto crollato come un castello di sabbia ci ricorda quanto la nostra vita sia indipendente da tutti gli sforzi che potremmo fare per far andare bene o male le cose”.