Dopo la tragedia data dal crollo di Ponte Morandi, interviene il segretario dell’ordine degli ingegneri di Genova, Enrico Sterpi: "E' assolutamente prematuro, in questa fase, azzardare ipotesi sulle cause del crollo. Il viadotto era attenzionato, c'erano delle problematiche e in una delle campate erano stati montati a fianco degli stralli, dei cavi esterni per integrare e potenziare gli stralli stessi. Ma il ponte era anche l'unica via di collegamento verso la Francia".
Relativamente alla dinamica, Sterpi afferma che “è possibile che prima sia collassato uno degli impalcati sospeso e poi siano collassati stralli e pilone".
Mentre sulla metodologia costruttiva del ponte, precisa: “Va collocata nell'epoca in cui fu realizzato, inizio anni Sessanta, quando c'era il dio cemento. Vista oggi, è uno schema strutturale che non ha senso, ma questa è una valutazione che si poteva fare già vent'anni fa. Il punto è che serviva un'alternativa, un bypass, perché quella su cui insisteva il ponte è l'univa via di collegamento esistente".
"Dell'idea di un bypass si parlò in passato, poi grazie anche alle classiche polemiche all'italiana, non se ne fece nulla", conclude.