Ancora una lettera al direttore sulla questione autovelox: "La Provincia di Savona ha messo una serie di autovelox per fare cassa giustificando il fatto con una “necessità assoluta di sicurezza su strade provinciali pericolose a causa dell’elevata velocità”.
Che le strade su cui sono stati messi gli autovelox non sono pericolose è già stato ampiamente dimostrato citando dati Istat relativi agli incidenti, mentre la Provincia continua a non citare i fantomatici dati dell’Osservatorio Provinciale per la Sicurezza Stradale. Appare quantomai evidente che tali dati non dimostrino alcuna pericolosità e che quindi gli autovelox siano stati messi solo per prendere dei soldi dalle tasche dei cittadini con loschi trabocchetti al limite della legalità.
Personalmente non sono contro gli autovelox che aiutano, quando visibili e ben segnalati a rendersi conto se, per distrazione, si superano i limiti, aiutano a mantenere un doveroso controllo dei mezzi e sono un importante strumento di prevenzione, facendo ridurre la velocità e diminuendo quindi le possibilità di incidente. Ce n’è, però un tipo, come quelli della Provincia di Savona, che possiamo definire “seminascosti” che anziché preventivi sono punitivi. Non svolgono alcuna funzione di prevenzione, ma solo di punizione. In sostanza ci comunicano che non interessa che noi rallentiamo per evitare incidenti, ma che prendiamo la multa, mantenendo la velocità, anche a rischio di incidente. Ovvero: non interessa aumentare le sicurezza, ma fare soldi.
3a puntata
Siccome le parole volano, ma i fatti contano, oggi ho fatto un sopralluogo per verificare la leggibilità dei cartelli posti lungo il Cadibona, strada che ho scelto come campione tra quelle su cui la nostra Provincia ha installato i suoi autovelox. I due cartelli, uno a salire in località Lavagnola ed uno a scendere poco sotto l’abitato di Cadibona, che segnalano la presenza di autovelox sono stati accuratamente posti ben fuori dalla carreggiata (uno anche tra due curve susseguenti, nonostante ampi rettilinei a disposizione) al punto che ormai sono ricoperti di fronde verdi e per vederli da una adeguata distanza bisogna sapere preventivamente che ci sono.
I cartelli posti in prossimità degli autovelox, invece, non portano simboli, ma testo scritto, sono delle dimensioni di un A3, ovvero circa 40x30, posizionati ben in alto e proprio sotto l’autovelox. Per cui per leggerli o ti distrai dalla guida o, se non li cerchi, non li vedi. Inoltre sono cartelli blu, facilmente confondibili con altri cartelli segnaletici (obbligo di catene a bordo ecc) posizionati lungo la strada.
La chicca è, però rappresentata da quello in foto, posto in località Montemoro in piena curva. Ora, io non sono un esperto di sicurezza stradale, ma credo che un cartello non simbolico, cioè con del testo da leggere, posto a metà di una curva, più che garantire la mia sicurezza stradale la metta a serio repentaglio. La scelta è: o leggo il cartello o faccio la curva. Indovinate quanti scelgono sensatamente la seconda opzione...
Ma ora vorrei chiedere alla Provincia: “avete messo un cartello di testo in piena curva per non farcelo leggere o perché volete che ci schiantiamo?”
Tertium non datur dicevano i latini: non c’è una terza opzione. O meglio c’è ed è la totale incompetenza. Comunque nessuna delle tre va a vantaggio dell’Ente.
In chiusura, visto che qualcuno me l’ha chiesto ribadisco che non ce l’ho con gli autovelox, ma mi fa terribilmente arrabbiare che chi dovrebbe darci il buon esempio e governarci facendo il nostro bene, sfrutti proprio la scusa del nostro bene per fare cassa e incamerare denaro nostro, di pendolari, turisti e residenti usando mezzi al limite della legalità.
E visto che ci sono persone stipendiate apposta, non dovrei essere io a dire che un cartello di testo posto in piena curva è pericoloso perché distrae dalla guida!!!
P.S. Sia salendo che scendendo in moto non ho mai superato i 60 all’ora rischiando più volte di venire buttato fuori strada da alcune auto per le quali il limite è di 80 e che volevano sorpassarmi senza aspettare i rettilinei. Eravamo tutti nei rispettivi limiti, ma io ho rischiato la pelle: è questa la vostra idea di sicurezza?".
Roberto Bazzano