Politica - 07 giugno 2018, 15:25

Lega, Senarega: "CIE 'chiuso' ad Albenga, ipotesi da valutare con attenzione"

Il capogruppo regionale leghista: "Più sicura una struttura di questo tipo che irregolari e clandestini liberamente a spasso sul nostro territorio"

Lega, Senarega: "CIE 'chiuso' ad Albenga, ipotesi da valutare con attenzione"

Il capogruppo della Lega in Regione Liguria, Franco Senarega, si esprime sulla possibilità di realizzare quello che definisce un 'CIE chiuso', spiegandone le finalità: “No a irregolari e clandestini a spasso per le nostre città. Sì al ‘CIE chiuso’ targato Lega anche in Liguria, con il necessario allungamento dei tempi di detenzione amministrativa. Rispetto a questa iniziativa di buonsenso, non c’è nessun malumore tra cittadini liguri e amministratori leghisti.

Anzi, in Regione siamo tutti favorevoli alla realizzazione della nuova struttura ‘chiusa’ perché significa aumentare la sicurezza sul territorio, come correttamente illustrato ieri e ribadito oggi dal ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Invero, i migranti irregolari o clandestini saranno trasferiti all’interno del Centro di Identificazione ed Espulsione, dove verranno assistiti e potranno circolare liberamente ma senza avere la possibilità di uscire all’esterno per combinare guai.

Pertanto, le argomentazioni di Pd e compagni sono zero assoluto e non c’è nessuna preoccupazione per il nuovo CIE, ma solo disinformazione e propaganda politica da parte di chi ha perso le elezioni e in questi ultimi anni ha permesso l’invasione di immigrati fuori controllo.

Il ‘CIE chiuso’ in ogni regione é una delle azioni di buonsenso che il governo Conte intende portare avanti in difesa della legalità e per il rispetto delle regole che invece vengono ogni giorno violate da moltissimi stranieri, finora supportati dai vari buonisti ed estremisti.

Infatti, la semplice espulsione sulla carta non viene praticamente mai rispettata e, stante l’insicurezza e il degrado attualmente registrati anche nella nostra regione, oggi più che mai occorre fermare ovvero ridurre drasticamente il numero degli sbarchi e sono necessari rimpatri a tutta forza.

Non solo stipulando altri accordi internazionali, ma anche togliendo una parte di soldi pubblici al business immigrati, gestito da onlus e coop, per reinvestirlo nei viaggi di ritorno a casa loro da realizzare nel più breve tempo possibile.

Per quanto riguarda l’ipotesi di utilizzo di ex strutture militari nella zona di Albenga, che si trova in posizione strategica perché vicino all’aeroporto, non si è ancora aperto il confronto tecnico. Tuttavia, si tratta di una soluzione da valutare con attenzione, che naturalmente dovrà essere adottata dal competente Ministero dell’Interno con il ‘placet’ di Regione Liguria”.

c.s.

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