Cari lettori di Savona News, nei giorni scorsi ho frequentato un corso di aggiornamento, organizzato dal network “Il Dentista dei Bambini”, proprio su come curare i bambini “special needs”. Ma chi sono, chiederete voi?
Si tratta di bambini con “bisogni speciali”, dovuti a particolari condizioni:
· pazienti poco o per nulla collaboranti, che hanno però necessità di terapie odontoiatriche.
· bimbi con diversi tipi di disabilità
· bimbi con problemi di autismo
· bambini molto piccoli o che, per precedenti esperienze negative, non sono disponibili ad aiutare il dentista a prendersi cura di loro.
Il corso si svolgeva presso l’Ospedale S. Paolo di Milano, dove c’è una equipe molto ben strutturata, composta da Odontoiatri, Anestesisti, Igienisti che riescono ad affrontare anche i casi più complessi, quelli che, per particolari rischi o difficoltà, richiedono operatori di lunga esperienza se non, addirittura, di essere trattati in anestesia generale.
Se il bambino ha invece una difficoltà più lieve (riesce, cioè, ad essere almeno un po’ collaborante) si può provare a curarlo anche in uno studio privato, purchè l’operatore sia specificamente formato a lavorare con i bambini.
Le caratteristiche più importanti che, con questi bimbi, deve avere il dentista (oltre a pazienza e passione) sono creatività e flessibilità; bisogna cioè sapersi adattare a situazioni sempre diverse e potersi “inventare” la soluzione più adatta a risolvere la difficoltà del momento, ad esempio il trattamento di bambini autistici presuppone il creare una routine in cui il bimbo, ogni volta, riconosca i passaggi operativi e possa progredire nella loro accettazione fino a costruire una alleanza terapeutica col team che lo cura.
È inoltre importante che lo studio disponga di attrezzatura idonea (ad esempio della sedazione con protossido di azoto). A questa, in casi specifici, talvolta si possono abbinare farmaci che riducano ulteriormente l’ansia. Una volta che il bambino supera l’ostacolo e ha una esperienza positiva, progressivamente si arriva a trattarlo con sempre meno “aiuti speciali”, fino a non averli più bisogno del tutto.