“Erano 75, di diverse parti politiche e con grande senso di responsabilità, in una terribile situazione in cui stava uscendo il nostro Paese, si sedettero attorno a un tavolo e scrissero delle regole, leggi, articoli fondamentali, la nostra attuale Costituzione. L’amministrazione ha voluto dare un’importante valenza culturale, Varazze ha dato i natali al padre costituente Lelio Basso e quest’oggi gli rendiamo omaggio”.
Con queste parole il sindaco di Varazze Alessandro Bozzano ha dato il via alla cerimonia di intitolazione della sala consiliare a Lelio Basso ed è stata scoperta la targa insieme al figlio Piero Basso e all’assessore alla cultura Mariangela Calcagno.
Lelio Basso (nato a Varazze il 25 dicembre 1903 e morto a Roma il 16 dicembre 1978) fu tra i padri costituenti e contribuì in particolare modo alla formulazione degli articoli 3 e 49 della Costituzione.
L’articolo 3 recita:”Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
L’articolo 49 recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Alla celebrazione hanno partecipato tutte le istituzioni civili e militari, i bambini del coro della scuola primaria “Giuseppe Massone” che hanno cantato l’Inno di Mameli e i cittadini. Successivamente con il coordinamento della presidente della Consulta della Cultura Tina Berio sono intervenuti Piero Basso figlio di Lelio, l’assessore alla Cultura Mariangela Calcagno, i capi gruppo consiliari e i presidenti delle Associazioni culturali della Città di Varazze: Elsa Roncallo del Centro Studi Jacopo da Varagine, Giovanni Ghione de U Campanin Russu e Ernesto Renato Arri dell’associazione San Donato.