Lo spiaggiamento delle velelle sulle coste liguri ad aprile, nei giorni scorsi a Varigotti, è una consuetudine (a metà e fine aprile rispettivamente nel 2016 e 2017): ciò che deve invece preoccupare è l’aumento del loro numero e della frequenza del fenomeno, palese dimostrazione di un mare svuotato dei pesci che se ne cibano; i loro maggiori predatori sono infatti, oltre alle testuggini e tartarughe marine, tonni, pescispada, pesci luna, pesce azzurro e molte altre specie fortemente pescate; le stesse meduse catturano poi piccoli pesci, innescando un circuito che porta allo spopolamento del mare.
In questa situazione l’appello della Protezione Animali savonese è che si comincino a recuperare le migliaia di reti perdute o abbandonate dai pescherecci, che continuano a pescare per secoli, si metta un freno alla pesca professionale e sportiva, si tuteli la fascia costiera e si blocchino, ad esempio, le esportazioni di tonni in Giappone, si ingrandiscano le microscopiche aree marine protette e si favorisca l’osservazione incruenta e non la pesca, professionale o “ricreativa” degli animali marini. Ma, soprattutto, si invitino i consumatori a mangiare meno o nessun pesce: i favolosi omega3 si trovano anche in molti vegetali.
Nella zona tra Varazze e Savona le quantità di velelle spiaggiate rimane altissima, quest'oggi la spiaggia del ponente di Celle Ligure era totalmente ricoperta.