Attualità - 18 marzo 2018, 12:41

Festa Patronale di Savona: l’omelia del vescovo Marino: "Maria, Arca dell’alleanza" (VIDEO)

Migliaia di pellegrini in cammino nonostante pioggia e vento

Festa Patronale di Savona: l’omelia del vescovo Marino: "Maria, Arca dell’alleanza" (VIDEO)

Nonostante la pioggia insistente e vento forte, sono stati comunque numerosissimi i pellegrini che stamane sono partiti alla volta del Santuario dando vita alla solenne processione che si ripete da secoli ogni 18 marzo: il corteo sacro è stato avviato dal Duomo, poco dopo le 7, dal vescovo Calogero Marino e quindi presieduto dal suo predecessore Vittorio Lupi e animato da un rosario della misericordia curato dal vicario generale don Angelo Magnano.

Diverse centinaia, forse anche migliaia, i “temerari” fedeli che non hanno voluto mancare all’appuntamento tradizionale con la Signora apparsa nel 1536 sulle rive del Letimbro e Patrona della città di Savona e della Diocesi. La folla in processione si è come sempre infoltita lungo il cammino raggiungendo in preghiera il Santuario fra le curve della provinciale e le nove caratteristiche “cappellette”, tutte addobbate a festa. Ovviamente, a causa della pioggia e del vento, non è stato possibile aprire il corteo sacro con il tradizionale crocifisso, quest’anno appartenente alla Confraternita di san Rocco e N.S. della Croce di Castagnabuona (Varazze) che è stato collocato già da ieri sera nella Basilica.

Fra i tanti pellegrini, tutti seminascosti da giacche a vento e soprattutto ombrelli, diversi sacerdoti diocesani – in numero ridotto e soprattutto provenienti dalla città poiché la festa cade di domenica con conseguenti impegni contemporanei nelle proprie parrocchie – i rappresentanti delle Confraternite e numerose anche autorità civili e militari: su tutti il sindaco di Savona Ilaria Caprioglio, il presidente della Provincia Monica Giuliano, il prefetto Antonio Cananà e il presidente delle Opere Sociali N.S. di Misericordia Giovanni De Filippi

Processione velocissima e Celebrazione in un Santuario strapieno

Per comprensibili ragioni dovute al clima, la processione è stata velocissima: il corteo ha tenuto un ritmo molto sostenuto tanto da giungere a destinazione intorno alle 9. All’arrivo il corteo dei pellegrini è stato accolto da centinaia di fedeli che già erano presenti al Santuario, raggiunto con bus o mezzi propri: così una folla di qualche migliaia di persone è andata a gremire la Basilica. Con la pioggia incessante era impensabile infatti celebrare il Pontificale in piazza come vuole la tradizione, così – come accaduto l’ultima volta cinque anni fa, nel 2013, sempre a causa del maltempo – il Santuario si è riempito all’inverosimile, con numerose persone a occupare le navate laterali, le cappelle e perfino gli scaloni di accesso al presbiterio, gremito anch’esso. I numerosi membri delle confraternite, schierati lungo la navata centrale, e un servizio d’ordine appositamente organizzato e coordinato da Simone Botta, ha garantito la necessaria sicurezza e soprattutto le indispensabili vie di fuga.

La Messa è iniziata puntualissima alle 9.30, presieduta dal vescovo Marino e concelebrata da monsignor Lupi e da don Germano Grazzini, parroco di san Paolo a Savona e direttore dell’Ufficio catechistico. Nel presbiterio hanno trovato posto il clero e le autorità e, nell’abside, un grande gruppo vocale composto per l’occasione da decine di cantori provenienti da diversi cori della diocesi, in particolare della città, che per il decimo anno consecutivo, ha animato la celebrazione. L’ensemble è stato come sempre diretto da padre Piergiorgio Ladone e accompagnato all’organo dal maestro Paolo Venturino.

L’omelia del vescovo Marino: “Maria, Arca dell’alleanza”

(il testo integrale e alcuni dei passaggi più significativi)

Maria come Arca dell’alleanza e della misericordia. E l’alleanza dell’uomo con Dio che ispira anche l’alleanza con gli altri, quella fra le generazioni e, terzo aspetto, l’alleanza civile e politica, l’alleanza con la creazione. Sono questi i concetti alla base dell’omelia del vescovo Calogero Marino, un testo come sempre ricco di spunti che parte delle letture della quinta domenica di Quaresima, cita i Vangeli e poi i pontefici san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, ma anche il filosofo Kierkegaard e il cantautore Niccolò Fabi. La proponiamo qui in versione integrale evidenziando alcuni dei passaggi più significativi.

“Saluto di cuore e con gioia ciascuno di voi. Saluto in particolare monsignor Vittorio che ha presieduto la processione e che mi è fratello e padre, e tutti i presbiteri. Saluto e ringrazio per la presenza, che per noi è molto preziosa, Sua Eccellenza il Prefetto, il Sindaco di Savona e tutte le Autorità civili e militari. Un grazie sentito a tutti coloro che hanno consentito e resa bella questa celebrazione. Per tutti voi e per le vostre più personali intenzioni celebro questa Eucaristia.

Grazia particolarissima è per noi celebrare quest’anno la festa solenne di N.S. della Misericordia, Patrona della Diocesi e della Città di Savona, nel Giorno del Signore, memoria viva della Sua Resurrezione e Pasqua settimanale: tutto infatti parte da lì, da Gerusalemme e dalla Pasqua, e anche il mistero di Maria trova nella Pasqua il senso profondo e la più autentica verità.

Il testo di Geremia che abbiamo appena ascoltato ci invita poi a collocare la nostra festa nel contesto dell’Alleanza: “verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali...concluderò un’alleanza nuova...Porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo”. Il sogno di Geremia, lo sappiamo, trova il suo compimento nella Pasqua del Figlio, il Dio fatto pane (è lui il chicco di grano che marcendo porta frutto!), che “imparò l’obbedienza da ciò che patì” e “per il suo pieno abbandono venne esaudito”.

Maria, allora, è oggi da noi qui riconosciuta e venerata e anche amata proprio come l’Arca dell’alleanza e della misericordia. Le parole ascoltate da Antonio Botta alla seconda apparizione (“misericordia, Figlio, voglio, e non giustizia!) ci mostrano infatti Maria pienamente inserita nel mistero dell’ alleanza pasquale: il sogno del Figlio (“ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi”, Lc 22,15) trova nella Madre una perfetta corrispondenza (“qualunque cosa vi dica, fatela”, Gv 2,5); entrambi, il Figlio e la Madre, danno letteralmente la vita perché ciascuno di noi, e l’umanità intera, sia misericordiato dalla tenerezza dell’amore di Dio. E il contesto della apparizione mariana di cui oggi facciamo grata memoria non era poi molto diverso da quello attuale: conflittualità politico-militare, crisi economica, paura del futuro. Pensiamo ad esempio alla situazione in Siria.

Mi piace allora consegnare a me e a voi, da questo luogo di grazia, la parola dell’Alleanza, inseparabile da quella di una misericordia che diventa cura e tenerezza.

Certo, siamo tutti tentati di “bastare a noi stessi” e “non dipendere da nessuno”; vorremmo essere senza debiti e senza mancanze, e la proposta antica del Seduttore continua ad affascinarci. Forse, però, la parabola della autosufficienza assoluta inizia a mostrare le sue crepe, e cominciamo a intuire che non si vive senza gli altri e senza l’Altro. “E’ vero: l’altro ci scomoda sempre. Perché il suo esserci apre una ferita-feritoia alla nostra supposta autosufficienza. Eppure, la logica moderna dell’immunitas -tenere l’altro a debita distanza- rimane insoddisfacente. Socialmente, perché non sa ricreare le ragioni dello stare insieme, ed esistenzialmente, perché l’uomo non può vivere senza affezionarsi” (Magatti al Convegno ecclesiale di Firenze). E a risvegliarci della tentazione diabolica dell’autosufficienza risuonano anche le parole di un grande testimone del Vangelo, Arturo Paoli: “l’altro non è un estraneo, l’altro è la mia obbedienza, la mia religione, il mio amore a Dio, il mio cammino”. E ricordiamo con gratitudine la testimonianza indomita e appassionata di San Giovanni Paolo II, che fin dal primo giorno del suo ministero petrino ha gridato al mondo di non aver paura di aprire le porte a Cristo e ai fratelli! Di non aver paura di aprirsi all’Altro (con la maiuscola!) e agli altri!

La faticosa bellezza della relazione, allora, contro la tentazione di non chiedere mai e di non dare niente a nessuno! Proprio ieri il Papa ha detto che un Paese che litiga non ha futuro. Questa è la scelta alla quale oggi siamo chiamati. Fiducia contro diffidenza! Tre legami di alleanza, in particolare, mi pare siano oggi, anche a Savona, invitati a riscoprire.

L’alleanza col “mistero ineffabile, santo e amante che chiamiamo  Dio” (Ranher), innanzi tutto e in radice. Un’alleanza questa che (per fortuna!) non va da noi costruita, ma semplicemente accolta e riconosciuta. Come ha fatto Maria, che ha raccolto nell’eccomi tutto il senso della vita cristiana e si è messa in cammino. Perché “tu ci hai amati per primo, o Dio, e di giorno in giorno, per la vita intera, Tu ci ami per primo...E noi ingrati, che parliamo come se Tu ci avessi amati per primo una volta sola” (Kierkegaard).

Chiediamo a Maria che ci aiuti a riscoprire la bellezza e l’attualità della fede, a ritrovare Cristo come nostro contemporaneo, a ritrovare la gioia del Vangelo, perché non si può vivere della nostalgia del passato e non si può ridurre la fede a ripetizione di riti vuoti. Il Dio in cui crediamo non è il primo motore immobile o il garante dell’ordine costituito e dei buoni sentimenti, ma è sempre il Dio dell’alleanza, il Dio di qualcuno, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei viventi, non il Dio dei morti. Su questo, i giovani sono giustamente esigenti e non ci potranno perdonare atteggiamenti distanti dal Vangelo. Un  Dio così, alleato e non nemico della gioia dell’uomo, è anche oggi amato e cercato, anche a Savona; penso, in particolare, ai tantissimi di voi, adulti e giovani, che stanno partecipando alla Scuola di preghiera.

Ma l’alleanza col Dio che ha scritto la sua legge nei nostri cuori ci richiama all’alleanza con gli altri, riconosciuti come fratelli. Penso qui, in particolare, all’alleanza tra le generazioni. “Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?...Non basta più dire che dobbiamo preoccuparci per le future generazioni. Occorre rendersi conto che quello che c’è in gioco è la dignità di noi stessi... perché ciò chiama in causa il significato del nostro passaggio su questa terra” (Laudato si’).

E’ il grande tema dell’eredità, dell’accompagnare i ragazzi e i giovani con una autorevolezza testimoniale non direttiva, perché solo questo ci chiedono i giovani.

Nella lettera pastorale, proponevo a noi adulti una semplice preghiera: “rendici, Signore, testimoni credibili, ma anche contenti della fede che noi stessi abbiamo ricevuto in dono”.

Ora, penso che dell’alleanza tra le generazioni e in particolare dei percorsi di iniziazione cristiana mi occuperò nella prossima lettera pastorale. E’ questo un grande cantiere aperto, al quale dedicare energie di pensiero, nella ricerca di cammini credibili. Perché abbiamo ridotto, magari senza volerlo e con tutte le migliori intenzioni, il Vangelo a dottrina e l’educazione a istruzione, e non sempre ci siamo giocati fino in fondo nel rapporto con i ragazzi e i giovani, con i quali occorre invece ritrovare il filo di una relazione buona, capace di attestare la bellezza del vangelo.

Terzo. L’alleanza civile e politica (Laudato si’) e l’alleanza con la creazione. Due settimane fa abbiamo eletto i nostri rappresentanti in Parlamento. In questo luogo di grazia, desidero affidare a Maria il loro impegno e consegnare a tutti noi una pagina del Papa, che indica la misura alta dell’impegno sociale e politico: “l’amore, pieno di piccoli gesti di cura reciproca, è anche civile e politico, e si manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo migliore. L’amore per la società e l’impegno per il bene comune sono una forma eminente di carità, che riguarda non solo le relazioni tra gli individui, ma anche “macro-relazioni, rapporti sociali, economici, politici” (Benedetto XVI)...In questo quadro, insieme all’importanza dei piccoli gesti quotidiani, l’amore sociale ci spinge a pensare a grandi strategie che arrestino efficacemente il degrado ambientale e incoraggino una cultura della cura che impregni tutta la società” (Laudato si’).  Ecco: chiedo a tutti, ma innanzi tutto alla Chiesa di Dio che è in Savona, di lottare con più decisione contro il degrado e la trascuratezza, impegnandoci in una artigianale cultura della cura, fatta di “una somma di piccole cose” (Nicolò Fabi);  praticare stili di vita sobri e sostenibili dal punto di vista ambientale, promuovere il commercio equo e solidale, contenere per quanto possibile i rifiuti, differenziandone la raccolta, mi paiono opzioni non più rinviabili e fondate in una autentica teologia della creazione.

Concludo, pregando Maria con queste parole, ispirate a Sant’Ambrogio: O Maria, noi vogliamo accoglierti come immagine ispiratrice di vita. Insegnaci a ricercare Dio in ogni creatura, a seguire in tutto la retta ragione, a vivere raccolti, unificati e in profondità di comunione, a fuggire cose, pensieri e parole vane, ad accogliere il povero e il debole, a non dar pena a nessuno, a dare gioia a tutti. Amen”.

Preghiere dei fedeli e lancio dei palloncini a fine celebrazione

Intenso anche il momento della preghiera dei fedeli. Le prime intenzioni sono state rivolte alla Chiesa: per papa Francesco, per il vescovo Calogero e per tutti i pastori e i presbiteri.

Preghiere poi per il percorso sinodale e per la missione interdiocesana di Cuba e in particolare per un sacerdote della diocesi di Santa Clara prematuramente scomparso in questi giorni. Intenzioni per la città di Savona, che oggi celebra la sua Patrona, e per coloro che sono ai margini della società e soffrono la mancanza di lavoro e di casa, per i malati nel corpo e nello spirito, per i ragazzi e i giovani e per i membri delle confraternite, citati dalla Vergine apparsa al Botta nel 1536 e di cui N.S. di Misericordia è riferimento spirituale a livello nazionale. Ha chiuso la preghiera dei fedeli, l’annuncio dell’ormai tradizionale lancio dei palloncini bianchi che, una volta terminata la celebrazione, hanno portato in cielo numerosi foglietti con le preghiere scritte dai tanti bambini, di varie fedi, assieme a un gruppo di “nonni” ospiti delle Rsa del Santuario. Un’anziana ha pregato proprio per i piccoli protagonisti di questa iniziativa perché la “Mamma di misericordia accolga le loro preghiere” e quindi due bambine hanno invocato la Vergine “perché gli abitanti della nostra città possano essere sempre buoni” e “per i nonni che ci insegnano a pregare Gesù e per gli ospiti della Rsa del Santuario”.

Conclusione, omaggio alla statua e iniziative del pomeriggio

Alla Comunione è stato lo stesso vescovo Marino a portare l’eucarestia alle tante persone anziane, disabili o malate che assistevano alla Messa nelle prime file della navata. La celebrazione si è conclusa, con la benedizione finale di monsignor Gero, poco prima delle 11. Quindi il Vescovo, accompagnato dal suo predecessore monsignor Lupi e dai presbiteri, si è recato nella cripta per rendere omaggio alla statua di N.S. di Misericordia con una preghiera e con il tradizionale “bacio del piede”.

Nonostante il clima non sia affatto migliorato, l’afflusso di pellegrini, soprattutto quelli che risalgono la provinciale a piedi, non ha accennato a interrompersi e proseguirà costantemente per tutta la giornata. Nel pomeriggio il rosario inizierà alle 15 sino ai vespri delle 16,45 e alla Messa delle 17.30. Per tutta la giornata in Basilica saranno disponibili sacerdoti per le confessioni e, fino alle 18, si potrà visitare il museo del tesoro. Sempre le Opere Sociali promuoveranno due pesche di beneficenza, una a cura dell’Ascoll nell’ex Locanda e un’altra dell’associazione “Partilhar” nei locali di “Palazzo Azzarie”. Quest’ultima iniziativa, dalle 16 alle 17,30,  sarà allietata dalle note della formazione da camera della scuola di musica della Banda Forzano. Infine, sempre il complesso civico sarà protagonista dell’evento conclusivo della festa: il concerto nella chiesa di san Giovanni Battista in via Mistrangelo a Savona stasera alle 21 con la “Forzano” in formazione sinfonica diretta dal maestro Igor Barra.

c.s.

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