Eventi - 07 febbraio 2018, 16:07

Albenga, "Il violino si racconta" chiude la serie di conferenze organizzate dal Dopolavoro ferroviario

L'appuntamento è fissato per venerdi 9 febbraio

Albenga, "Il violino si racconta" chiude la serie di conferenze organizzate dal Dopolavoro ferroviario

 

Venerdì 9 febbraio si conclude la serie di conferenze organizzate dal Dopolavoro ferroviario di Albenga in collaborazione con la Sezione del Ponente del Centro Pannunzio. A chiudere questo ciclo invernale sarà, il violinista, violista e compositore Massimo Coco, titolare dal 2001 della cattedra di violino presso il Conservatorio statale di musica “N. Paganini” di Genova.

Nella sala al terzo piano di Palazzo Oddo, alle 17.30, il maestro, accompagnato dal collega Valerio Giannarelli, anch’egli docente di violino presso lo stesso conservatorio, terrà la conferenza “Il violino si racconta” nella quale tratterà dell’evoluzione di questo meraviglioso strumento dalle sue origini ai nostri giorni. Nel corso della conferenza saranno proposti alcuni brani con eccezionali e storici strumenti musicali.

La dott.ssa Barroero, presidente del DLF, si dice felice ed orgogliosa di poter offrire un incontro di tale livello e per il riscontro di pubblico ottenuto dalla rassegna Ritratti in biblioteca. “Le iniziative che l’associazione ha messo in campo negli ultimi tempi, anche grazie alla preziosa collaborazione con il Centro Pannunzio, hanno ottenuto successo e ciò ci sprona a continuare in questa direzione. Ritengo che degli appuntamenti legati alla musica, come la conferenza del maestro Coco, siano necessari per completare il panorama delle nostre proposte culturali La musica è cultura: non dobbiamo dimenticarlo. A tal proposito abbiamo già in programma un concerto per pianoforte il giorno 24 marzo”. All’incontro interverrà il prof. Pier Franco Quaglieni, vicepresidente del Centro Pannunzio.

I partecipanti avranno il piacere di ascoltare strumenti di notevole pregio: un Francesco Ruggeri del 1696, un Giovanni Battista Guadagnini del 1746, un Tommaso Balestrieri del 1750, un Paolo De Barbieri del 1929 e una viola Joseph Hill del 1770.  

c.s.

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