Ormai è imminente la rinascita del cinema Ondina di Finale Ligure. Se ne parla da tempo, ma ora sta giungendo a concretizzazione il progetto. Tutto, però, è partito da una petizione popolare.
Ci racconta questa vicenda Simona Simonetti, consigliere capogruppo della lista PerFinale, che ci dice: “Sono stata sollecitata più volte dai cittadini ad attivarmi in una raccolta firme per riavere un cinema. Non è stato facile, ho incontrato diverse difficoltà nell’organizzazione della cosa, dovute a molteplici motivi; ma quando alla fine l’iniziativa è partita la risposta è stata eccellente, tanto da spiazzare noi stessi di PerFinale con i risultati raggiunti: circa un migliaio di firme di persone che a Finale sentivano la mancanza di un cinema”.
Prosegue Simonetti: “Le raccolte firme non sono soltanto funzionali a un appello preciso, servono soprattutto a stimolare il dibattito. E questa petizione ha potuto contare anche sul contributo di Teo De Luigi, che ha fatto girare la voce anche tra amici appassionati. La cosa ha mosso la curiosità di un operatore del settore che già possedeva diverse sale in provincia di Torino nel settore del cinema indipendente, fuori dal circuito dei grandi gruppi con i multisala, e questo imprenditore si è mostrato interessato”.
Il progetto inizialmente vagliato dall’amministrazione ipotizzava il cinema all’Angelicum e la conversione in palestre di roccia dell’ex Ondina. “Una soluzione che avrei ritenuto errata in modo duplice – commenta Simona Simonetti – da una parte penso che il cinema debba essere una forma d’arte e di linguaggio libera, che come tale non può essere ‘inscatolata’ dentro una struttura di esponenti di religioni, di forze politiche o di altri movimenti che possano decidere di imporre veti o censure; l’altra faccia della medaglia avrebbe visto delle palestre di roccia in pieno centro cittadino, a due passi dal mare e in una zona oggetto di grande afflusso turistico, quando in realtà un impianto sportivo outdoor può essere proprio un’occasione per la valorizzazione di zone inesplorate, poco frequentate, poco note e fuori dal centro”.
Conclude Simonetti: “Per prima cosa ricordiamoci che il merito di quanto Finale sta per avere va a tutti i cittadini. Come PerFinale abbiamo l’orgoglio di aver dato voce ai cittadini, ma siamo stati soltanto il tramite per questo forte messaggio dato dalla gente. E non trascuriamo il fatto che il merito finale va all’imprenditore e al proprietario degli spazi, che hanno messo coraggio e investimenti economici per avviare questa iniziativa. Il grazie più grande va a loro, che stanno affrontando una scommessa impegnativa. Ma non esiste mai una sola causa a dettare l’andamento delle cose: un imprenditore non avrebbe puntato su Finale se non avesse visto tutta questa risposta dai cittadini, che gli ha consentito di individuare un bisogno. Quindi il messaggio conclusivo che dobbiamo trarre da questa vicenda è uno solo: quando la gente esprime un desiderio in modo compatto e si mobilita, può realizzare il proprio obiettivo”.
Abbiamo interpellato anche il regista Teo De Luigi, citato da Simona Simonetti tra coloro che hanno sostenuto e divulgato questa iniziativa partita tra la gente. Gli abbiamo chiesto se si sente, in qualche modo, fautore del ritorno del cinema a Finale. Ma con la sua proverbiale modestia e riservatezza, ci ha risposto così: “Non voglio mettermi delle medaglie fuori luogo: c’è un imprenditore che gestisce diverse sale a Torino e che, conoscendo Finale perché ha una casa qui, mi ha chiesto di aiutarlo a seguire la cosa, ma in fondo non mi sembra di avere fatto niente”.