Politica - 24 gennaio 2018, 14:44

Anna Giacobbe a Finale Ligure: "I miei primi cinque anni" (di mandato)

Un incontro in sala Gallesio per fare il punto sulla legislatura che va a concludersi. La deputata PD si ricandiderà? (FOTOgallery)

Anna Giacobbe a Finale Ligure: "I miei primi cinque anni" (di mandato)

Tappa a Finale Ligure, ieri sera in sala Gallesio, per il “tour” di Anna Giacobbe che la porterà venerdì 26 gennaio anche a Cairo Montenotte. In attesa di sapere se sarà nella rosa dei ricandidati, la parlamentare di Vado Ligure del PD presenta in questo ciclo di incontri i risultati di questi cinque anni di mandato.

A introdurre il dibattito è Cosma Damiano “Mimmo” Rizzi, segretario del PD di Finale Ligure: “Ringrazio il pubblico per la buona partecipazione nonostante questo periodo di sindromi influenzali, ringrazio il consigliere regionale Luigi De Vincenzi per la presenza e ringrazio Anna Giacobbe per il suo costante impegno in parlamento a favore dei nostri territori”.

La parola passa a Emanuele Parrinello, coordinatore della segreteria provinciale PD: “Siamo ancora in fase di definizione delle candidature, ma ci sentiamo di esprimere un giudizio positivo sui nostri parlamentari uscenti e auspichiamo per Anna Giacobbe una ricandidatura”. Dopodiché Parrinello offre al pubblico un excursus storico su quello che definisce un “governo difficile”, in quanto nato nel bel mezzo di un periodo critico dal punto di vista economico e sociale.

Ma è la deputata PD la protagonista della serata: presenta la sua guida intitolata “A conti fatti”, che definisce come un diario con tutte le tappe più significative del suo mandato. Nella sua carrellata davanti al pubblico finalese Giacobbe sottolinea l’importanza delle iniziative introdotte in termini di ammortizzatori sociali, prende in esame le vicende delle aziende della provincia (menzionando come esempi significativi Piaggio Aerospace e la centrale di Vado) e spiega la lotta per arginare le difficoltà di chi non riesce ad andare in pensione, dai cosiddetti “esodati” alle vittime di lavori usuranti. In questo frangente spiega: “Abbiamo provato prima a ridurre il danno e poi a costruire soluzioni. Sulla legge Fornero abbiamo lavorato sul serio, quella in vigore oggi non è certo quella varata nel 2011. Grazie a noi sono andate in pensione 250mila persone che con quella legge non avrebbero potuto farlo. E non è vero, come dicono gli allarmisti, che sta crollando l’intero sistema previdenziale. Ci sarà del lavoro da fare, certo, ma stiamo studiando le soluzioni”.

Tra i temi trattati da Anna Giacobbe c’è l’importanza delle commissioni: “Il parlamento non è solo l’aula che vedete in televisione. In realtà la maggior parte dei lavori che portano ai provvedimenti istituzionali si costruisce nelle commissioni”; c’è l’equo compenso ai lavoratori autonomi: “Abbiamo indicato una direzione precisa: o nel lavoro si tracciano diritti definiti, o la società funzionerà sempre peggio”; c’è la crisi economica: “Il governo di centrodestra l’ha sottovalutata e questo ci ha dato la cura-Monti, che ha portato problemi seri”; c’è la crescita dei diritti civili (fine vita, unioni civili, sostegno ai nuovi genitori, aiuti alle famiglie con disabili gravi); c’è il contrasto alla povertà: “Abbiamo introdotto risorse di welfare che prima in Italia non avevamo”; c’è l’università: “Dobbiamo garantire a tutti il diritto allo studio, a vantaggio dei giovani ma anche dello Stato, per valorizzare le loro capacità e ridurre le fughe di cervelli all’estero”. E si conclude con il cosiddetto “ius soli”, sul quale Anna Giacobbe dice: “Il mondo si muove e continuerà a farlo. Purtroppo questo tema è stato usato come un’arma nel confronto politico da forze che hanno creato paure nelle persone”.

Tra i tanti interventi del pubblico, tutti molto approfonditi e incentrati soprattutto sul rilancio economico (sostegno ai giovani e alle fasce deboli) e sulla lotta alla disoccupazione, due voci si sono alzate in modo preciso e interessante, ambedue sottolineando il problema dello “scollamento” tra il PD e la gente, con la conseguenza di dare spazio a forze populiste: si tratta dei commenti di Antonio Luciano (presidente del consiglio comunale di Pietra Ligure) e di Lino Alonzo, figura storica del PD finalese con molteplici incarichi.

Luciano: “Mi fa paura constatare che da molte persone siamo visti come la causa di tutti i mali, come quelli che hanno fatto solo disastri. Ho spiegato, per esempio, a tanta gente che abolire la Fornero costerebbe circa 20 miliardi annui, eppure su internet si moltiplicano le polemiche su quei 149 nomi del PD che la Fornero l’hanno votata. Abbiamo fatto delle cose buone, eppure non sappiamo spendercele bene: Renzi ha sbloccato gli stipendi statali dopo nove anni di paralisi, oggi una coppia di marito e moglie dipendenti pubblici (ce ne sono tante) può contare su quasi duemila euro annui in più in busta paga; il PD ha identificato 15 categorie di lavori usuranti; con la “Buona Scuola” (sicuramente in parte perfezionabile) sono stati assunti 140mila insegnanti in un colpo solo. Chi ricorda un provvedimento simile nei governi precedenti? Ci siamo dimenticati della situazione in cui versava l’Italia nel 2011? Dei passi in avanti tangibili sono stati fatti”.

Alonzo: “Mancano 40 giorni al voto e sarà difficile recuperare il dialogo venuto a mancare in questi anni. Non dobbiamo rinunciare a dire quello che abbiamo fatto e dobbiamo sottolineare le bugie e gli inganni di tutti quegli schieramenti politici che intendono costruire una campagna elettorale su promesse non attuabili. E dobbiamo ristabilire le relazioni con il territorio e con i lavoratori”.

 

Alberto Sgarlato

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