Attualità - 22 gennaio 2018, 15:08

Savona contro la pedofilia clericale in uno spot pubblicitario

Iniziativa della rete "L'Abuso": nel videomessaggio sono direttamente i bambini a chiedere garanzie a Papa Francesco

Savona contro la pedofilia clericale in uno spot pubblicitario

Savona sarà la location di uno spot TV, della durata di 30 secondi, incentrato sul problema della pedofilia clericale e realizzato da Simone Padovani, giornalista, fotografo e corrispondente di alcune tra le maggiori testate della stampa estera tra cui il New York Times e la BBC. Lo annuncia attraverso il proprio sito internet la rete "L'Abuso", associazione nata proprio a Savona (dove ha la sede legale) e costituita interamente da vittime di abusi sessuali da parte del clero. L'associazione "L'Abuso" sarà produttrice di questo spot, in collaborazione con Padovani.

Raccontano i portavoce della rete "L'Abuso": "Il primo documento che racconta quello che chiameremo “il caso Italiano” fu il docu-film prodotto da Silvia Luzi e Marco Bellino per Pess-TV dal titolo “La preda, silenzio nel nome di Dio”, un documento del 2013 che testimoniò non solo il caso savonese, ma anche quello dei bambini sordi abusati nell’istituto cattolico Antonio Provolo di Verona, un docu-film di 56 minuti, trasmesso in 42 paesi, che partecipò anche al Film Festival di Bari ma non fu mai trasmesso in Italia.

Dello spot, prodotto dalla Rete L’Abuso e ideato dalle vittime, lasciamo trapelare qualche indiscrezione, questa volta, saranno 8 bambini a veicolare per le vittime il loro messaggio, nel quale chiederanno conto e garanzie concrete a papa Francesco.

L’iniziativa è solo l’ultima tappa di una più ampia campagna di consapevolezza nella quale Simone Padovani ha già investito circa sei mesi del suo lavoro, fotografando e intervistando i veri protagonisti di quella che riteniamo essere una tragedia nazionale, ovvero le vittime che, ad oggi, non hanno ancora ottenuto una risposta seria e concreta dalla chiesa.

Simone Padovani ha partecipato con l’Associazione agli incontri pubblici, ai processi, ai colloqui con alcune vittime e le famiglie che l’Associazione segue, documentando anche quello che non si vede, il lavoro spesso sommerso degli attivisti della Rete L’Abuso".

Redazione

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