Politica - 28 dicembre 2017, 16:36

Mattarella scioglie le Camere, ipotesi Elezioni Politiche per il 4 marzo: le Comunali tra maggio e giugno

In provincia di Savona nel 2018 andranno al voto Alassio, Carcare, Cengio, Ceriale, Laigueglia, Rialto e Sassello

Mattarella scioglie le Camere, ipotesi Elezioni Politiche per il 4 marzo: le Comunali tra maggio e giugno

AGGIORNAMENTO ORE 18.50: dopo aver incontrato al Quirinale il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e i presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sciolto le Camere. 

Questa sera il presidente della Repubblica Sergio Mattarella annuncerà lo scioglimento delle Camere (come previsto dall’articolo 88 della Costituzione), al termine del discorso di chiusura dell’anno politico da parte del presidente del consiglio Paolo Gentiloni.

Un momento determinante che traghetterà l’Italia verso le prime elezioni politiche dal 2013 a oggi e, quasi certamente, sembrerebbe ormai per sicura la data del 4 marzo per il voto.

Ma ricordiamo che in provincia di Savona il 2018 sarà un anno importante anche per le comunali: gli elettori, infatti, saranno chiamati alle urne per rinnovare i consigli comunali di Alassio, Carcare, Cengio, Ceriale, Laigueglia, Rialto e Sassello.

Quindi il 4 marzo sarà giornata di “supervotazione”, un grande election day?

No, perché la legge impone per le Comunali una data compresa nel bimestre tra il 15 aprile e il 15 giugno. Pertanto questo imporrà ai Comuni savonesi al voto due tornate differenti.

Al massimo potrebbe profilarsi un accorpamento tra Regionali e Politiche, cosa che comunque, quest’anno, non riguarderebbe la Liguria. E in ogni caso l'ipotesi di un election day Politiche con Amministrative Regionali è remota anche in altre parti d’Italia. Solo qualora si verificasse oggi, per un imprevisto, il mancato scioglimento delle Camere, si potrebbe ipotizzare l'accorpamento tra voto nazionale e rinnovo dei Comuni.

Molto probabile anche la data unica per tutti i Comuni, come accaduto l'anno scorso: un unico giorno per votare, verosimilmente una domenica tra i mesi di maggio e giugno.

Tutto quanto detto ha due implicazioni da non sottovalutare: la prima è legata ai costi dell’intera operazione, in quanto due diverse tornate nell’arco di quattro mesi circa (una a marzo, la successiva in data da definire tra maggio e giugno) inevitabilmente graveranno sulle tasche dei contribuenti; l’altro aspetto è invece legato all’inevitabile riflesso che il risultato delle elezioni nazionali avrà in termini di immagine e di esiti anche sul piano locale. I giochi iniziano oggi e la partita è tutta ancora aperta.

Redazione

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