Un bambino nuovo e la scelta del suo nome sollecitano nonno e padre a un confronto eluso da sempre, tra desiderio d’identità e scontro fra generazioni…
In questo suo nuovo romanzo, Palandri racconta la borghesia imprenditoriale veneta, il fascino di un Est vero o inventato, il bisogno che tutti abbiamo di riconoscere o reinventare le nostre radici, non fosse che per rinnegarle o trapiantarle in terra nuova.
È appena nato un bambino: padre e madre sono in ospedale, trasognati e felici, quando ricevono la visita del nonno che chiede loro di dare al piccolo il proprio nome, Gregorio. Lo stesso nome dell'avo che è stato consigliere alla corte dello zar Pietro il Grande: una vita come una leggenda, un'ascendenza importante. La disputa sul nome del neonato cela e rivela il confronto e lo scontro tra padre e figlio, tra predestinazione e scelte individuali, un conflitto a lungo covato che non può riconciliarsi né grazie al nuovo arrivo in famiglia né in nome di un dialogo che forse non c'è mai stato.
Enrico Palandri ha lavorato come istruttore linguistico per i cantanti d'opera, giornalista (collaborando con RAI, BBC e numerosi giornali). Dal 2003 insegna Letterature Comparate all'Università Ca' Foscari Venezia, e anche all'University College di Londra. Ha tenuto conferenze di letteratura in numerosi paesi anglosassoni e in altre università in Sud America, Russia, in Cina e a Taiwan. I suoi romanzi, articoli e saggi sono apparsi in diverse lingue e ha ricevuto numerosi premi (Fenice Europa, Dessì, Mastronardi ecc.) Nel 2003 è stato insignito del titolo di Commendatore della Stella della solidarietà per meriti culturali dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Ha quindi pubblicato sei romanzi.