Economia - 07 agosto 2017, 17:00

Siccità, l'assessore regionale Mai: "Valutiamo lo stato di calamità per l'agricoltura"

Commenta l'assessore: "I miei uffici hanno inviato dieci giorni fa al Ministero l’ultimo rapporto sulla siccità, che ora stiamo aggiornando. La situazione peggiora ogni giorno di più"

Siccità, l'assessore regionale Mai: "Valutiamo lo stato di calamità per l'agricoltura"

 “Accolgo numerose segnalazioni delle associazioni agricole preoccupate per i danni alle coltivazioni che questa ondata di siccità potrebbe provocare, ma sono necessarie ulteriori verifiche e stime certe per la richiesta dello stato di calamità naturale”. È quanto dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai a seguito del perdurante stato di siccità.

 “I miei uffici hanno inviato dieci giorni fa al Ministero l’ultimo rapporto sulla siccità, che ora stiamo aggiornando – continua Mai – in cui non si evidenziavano particolari criticità. È pur vero che la situazione perdura e peggiora ogni giorno di più e che produzioni tipicamente liguri come l’olivicoltura e la viticoltura, in virtù della loro fisiologia e ciclo produttivo, sono molto più sensibili a cali produttivi causati dalla siccità in corso. Gli ispettorati agrari stanno procedendo al costante monitoraggio delle produzioni agricole e domani gli ispettori saranno nuovamente sul territorio per fare ulteriori approfondimenti e stilare una relazione definitiva sullo stato attuale delle colture e degli allevamenti. Una volta accertati i danni complessivi causati dalla siccità alla produzione agricola regionale e verificato il superamento della soglia del 30% prevista dalla normativa vigente, per dare corso alla richiesta dello stato di calamità naturale, allora ci muoveremo subito, come hanno già fatto undici regioni italiane, per garantire agli agricoltori i giusti risarcimenti alle eventuali perdite nelle loro attività”.

“Sono molto preoccupato – conclude mai – Per l’olivicoltura, contrariamente al 2016, questo è un anno di carica e sarebbe un vero problema per le aziende perdere la produzione”.

c.s.

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