Politica - 09 giugno 2017, 09:46

Pietra Ligure: un Carrara "di fuoco" sugli ex-cantieri navali

Il capogruppo della Lista Civica dei Pietresi: "Anni di promesse basate su progetti irrealizzabili"

Pietra Ligure: un Carrara "di fuoco" sugli ex-cantieri navali

Mario Carrara, capogruppo della Lista Civica dei Pietresi, annuncia che porterà in Consiglio Comunale le vicende degli ex-Cantieri Navali pietresi. Scrive Carrara: “All'insediamento dell'Amministrazione comunale del sindaco Valeriani, la riconversione dell'area del cantiere navale era stata data per imminente: i lavori avrebbero dovuto cominciare subito dopo il rilascio delle ultime, definitive autorizzazioni.

Il progetto era in fase così avanzata e la determinazione ad attuarlo era così forte che il sindaco uscente, De Vincenzi, si era fatto immortalare, alla vigilia delle elezioni, col piccone in mano, all'atto della demolizione parziale delle astanterie prospicienti la curva presso il passaggio a livello. Dal 2014 alla fine del 2016, si sono susseguite reiterate dichiarazioni provenienti dall'amministrazione Valeriani, che annunciavano l'ormai imminente inizio dei lavori secondo le direttive del progetto approvato.

Queste si riassumevano nei seguenti punti:

1) Costruzione di un cantiere navale e reimpiego delle maestranze provenienti dal vecchio cantiere navale, nella nuova struttura, dedita al rimessaggio ed alla riparazione di pànfili e Yachts, prevista nella zona "a ponente" delle opere "a mare" di tutta l'area medesima.

2) Costruzione "ex novo" di un porto turistico di pregio per nautica da diporto.

3) Cessione al Comune di Pietra Ligure del palazzo posto su via don Giovanni Bado.

4 Riconversione in edilizia civile del palazzo un tempo destinato ad ospitare la direzione e le sale tracciati del cantiere, tale da ospitare residenze e destinazioni commerciali.

5) Erezione di nuovi edifici di edilizia civile, atti ad ospitare fino a oltre 210 nuove unità abitative o appartamenti.

6) Costruzione di un nuovo grande edificio destinato ad "Albergo".

7) Inoltre: spazi a destinazione servizi pubblici".

"C'è da aggiungere  - sottolinea Carrara - che l'attuale intera "riconversione" dell'area, da area "industriale" ad area "mista", "residenziale, alberghiera, commerciale, turistico-nautica, servizi", era stata ottenuta solo grazie al fatto che, invocandosi come iter procedimentale il "decreto Burlando", permaneva, comunque, un'attività di carattere "industriale", con la previsione della costruzione di un nuovo cantiere. Esso, come detto, avrebbe dovuto "riassorbire" i lavoratori provenienti dall'attività precedentemente esercitata in loco e offrire, pure, nuova occupazione, che veniva pronosticata fino a 30 nuovi dipendenti. Il "decreto Burlando" proprio per le implicazioni e le finalità di valore "sociale", quali quelle del mantenimento dell'occupazione e di un'attività lavorativa di carattere "industriale", aveva consentito tempi e procedure più rapide ed "attenzioni" diverse nell'esame e nell'approvazione del progetto. Tuttavia, una tale procedura avrebbe dovuto seguire i tempi ed i modi previsti per le ordinarie "varianti" agli strumenti urbanistici, tali che, forse, a tutt'oggi, essa avrebbe potuto essere ancora in corso ed il proprio iter, non ancora compiuto. L'intero attuale progetto ha avuto, quindi, la possibilità di essere così approvato proprio perché basato sul presupposto del mantenimento e dell'incremento dell'occupazione e sulla conferma di una destinazione di carattere industriale, (il nuovo cantiere), seppur ridotta e parziale, nell'area oggetto dell'intervento. Il presupposto era quello ora citato: diversamente il "decreto Burlando" non avrebbe potuto invocarsi ed il suo iter procedimentale non avrebbe potuto essere percorso”.

Prosegue Carrara: “Ora, a Giugno 2017, risulta, invece, che i lavoratori del precedente cantiere navale sono stati tutti licenziati, meno uno "trasferito" a Sarzana. Non uno è stato reimpiegato nelle attività di riconversione dell'area del cantiere: anche perché non sono nemmeno ancora incominciate. Né per nessuno vi è nemmeno la prospettiva del nuovo cantiere che, nell'ambito della riconversione dell'area, avrebbe dovuto essere realizzato come "prima opera", ma che, anch'esso, nemmeno, è stato ancora iniziato.

Nell'ultimo Consiglio Comunale, il Sindaco, rispondendo alle critiche dell'opposizione, che gli attribuisce responsabilità sulla mancata attuazione del progetto, da lui tanto "sbandierato" in campagna elettorale come priorità assoluta, ha dichiarato, sostanzialmente, che 'il mondo dal 2007 è cambiato e che con il crollo del mercato dell'edilizia, sono profondamente cambiate le condizioni che consentivano l'attuazione del progetto stesso'. Confermando, indirettamente la sussistenza di difficoltà vere nella sua attuazione. Tuttavia, come scritto più sopra, è dal 2014 che il Sindaco Valeriani ha più volte solennemente annunciato l'inizio dei lavori, spostandolo tutte le volte, gradatamente, in là nel tempo, quando questi, alla data preannunciata, non erano stati eseguiti. L'ultimo inizio dato per certo dei lavori di riconversione dell'area del cantiere, secondo il piano dei lavori stessi depositato in Comune nel Gennaio 2016, prevedeva la partenza dei lavori di demolizione per Settembre-Ottobre 2016 , con l'avvio delle successive attività di costruzione e messa in sicurezza dell'area stessa. Oggi la situazione è di uno stallo totale e le dichiarazioni del Sindaco Valeriani non fan altro che confermarlo.

Di questo al Sindaco è già stata rivolta critica esplicita dai sindacati dei lavoratori, quando gli operai sono stati messi in mobilità e successivamente licenziati dall'azienda titolare del progetto, senza che l'Amministrazione Valeriani non sia andata oltre l'espressione di una solidarietà di "sola facciata", senza intraprendere qualsiasi altra valida, decisa iniziativa a loro sostegno. Ed il risultato si è visto".

"Paradossalmente - incalza Carrara - si sta ora producendo proprio quello che, in campagna elettorale, la Lista Civica dei Pietresi aveva prospettato, cioè: l'inattuabilità del progetto sostenuto dall'Amministrazione Comunale, per i suoi costi eccessivi e per le mutate condizioni generali di mercato. D'altronde, i nuovi massicci interventi di nuova edilizia per oltre 35.000 metri cubi e 210 nuovi appartamenti, che avrebbero potuto esser in qualche modo sforzatamente giustificati con il mantenimento dei posti di lavoro e con l'apertura di nuove prospettive di incremento occupazionale, non hanno più nessuna, ma proprio nessuna, ragione di sussistere, se non sussistono più le motivazioni di carattere "sociale" che potevano renderli "accettabili". Questo progetto, nelle attuali condizioni e con le attuali previsioni di intervento, non sta diventando null'altro che la rappresentazione di un'ennesima colata di puro cemento nella zona tra le più belle della città”.

Conclude Carrara: “Su questi presupposti chiediamo che le delibere finora espresse sul tema dall'Amministrazione Comunale di Pietra Ligure, vengano revocate e sia redatto un nuovo progetto che, essendo stata eliminata la forza lavoro specializzata dei dipendenti del cantiere navale, non contempli più nessuna previsione delle opere "a mare", come il nuovo porto turistico, per di più non necessario, che inciderebbero in modo pregnante sui costi dell'intera operazione urbanistica, per una somma ipotizzata in ben oltre 22 milioni di euro. Concludendo,, il nuovo progetto dovrebbe seguire delle semplici linee guida così riassumibili: non opere costosissime e non necessarie, come il nuovo porto; meno cemento, quindi meno nuovi palazzi, meno nuovi metri cubi, meno nuovi appartamenti; più spazi liberi, più spazi verdi, più parcheggi pubblici: più salvaguardia per questa zona sul fronte mare della nostra città”.

Alberto Sgarlato

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