Iniziata oggi in consiglio regionale la discussione sul disegno di legge che introduce nuove norme per la gestione del patrimonio residenziale pubblico e per l’edilizia sociale.
Il punto di vista di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria. "Fino ad oggi ci siamo tenuti lontani dalle polemiche, non perché non ce ne fossero motivi ma perché il nostro modo di fare opposizione è sempre costruttivo e volto all’interesse della comunità. Prima di dare battaglia, volevamo capire se ci fosse almeno l’intenzione da parte della giunta di eliminare due passaggi che riteniamo lesivi e pericolosi: il soggiorno in Italia da almeno 10 anni consecutivi e la residenza da almeno 5 anni nel comune che emana il bando – dichiara il consigliere regionale Francesco Battistini, relatore di minoranza -. Sul primo punto grava già la sentenza 168/2014 della Consulta, che interveniva su una legge analoga della Val d’Aosta: nel merito è stato giudicato incostituzionale il vincolo di 8 anni di residenza in Italia. Se non vanno bene 8 anni, figuriamoci 10. Il centrodestra, in preda alle fobie da accerchiamento, bada più agli slogan elettorali che alla sostanza e cerca di escludere gli immigrati, con regolare permesso, dalle politiche sull’edilizia pubblica. Ma non si accorge che in questo modo esclude anche i cittadini della Comunità Europea violando i trattati. Come diceva Don Gallo: “dimmi chi escludi e ti dirò chi sei”. Per tutte queste ragioni abbiamo presentato 21 emendamenti migliorativi: questo disegno di legge sembra proprio cercare in tutti i modi di limitare la mobilità delle persone, ma lo fa non solo nei confronti degli extracomunitari e, come abbiamo visto, dei cittadini europei, ma anche degli stessi italiani e dei liguri".
"Sconcertante è che come per altri provvedimenti, vedi la questione urbanistica sui luoghi di culto, il centrodestra presenta disegni di legge contenenti norme già cassate dalla Corte Costituzionale per altre regioni. Tutto avviene per mera propaganda – dichiara il capogruppo Gianni Pastorino -. Non solo un non-senso giuridico, ma anche l’esatta rappresentazione della cattiva politica, del malgoverno che per meri scopi elettorali impegna il tempo della proposta e della valutazione in atti che saranno certamente respinti al mittente, con danno dei cittadini liguri e dileggio delle istituzioni".
"Sembra un ritorno all’età dei Comuni. In una società in cui assistiamo a un’evidente carenza occupazionale, in cui muoversi per trovare lavoro non è una velleità ma spesso un obbligo, porre tutte queste limitazioni alle assegnazioni delle case popolari è pura follia – concludono Pastorino e Battistini -. Ma le assurdità contenute in questo disegno di legge non si fermano qui: nessuna semplificazione per i cittadini e creazione di un imbuto per limitare i diritti dei potenziali utenti. Se da un lato si afferma la necessità di intervenire a seguito di un incremento delle richieste di alloggi, per effetto della crisi economica, dall’altro si mira chiaramente a limitare l’accesso ai bandi e non a creare maggiore offerta".
Spiegano invece i grillini "Grazie al nostro pressing, siamo riusciti a far stralciare dall'assessore Scajola alcuni degli aspetti più critici del provvedimento. In particolare è stata scongiurata la logica assurda della sublocazione, che avrebbe ingenerato un sistema pericoloso e dare adito a mille potenziali storture."
"Un altro emendamento di Giunta consentirà il superamento dell'Isee fino a 5 anni consecutivi. Una modifica che condividiamo, ma, se si vuole davvero incidere e dare una risposta ai cittadini con una concreta offerta di edilizia residenziale pubblica, bisogna mettere mano a una reale riforma della materia, mettendo in discussione il modello di governance delle varie Arte e i parametri Isee per l'accesso e la permanenza, che escludono tutte quelle persone in difficoltà che da anni attendono invano un alloggio." continua Melis M5S
"Insomma, la marcia indietro di Scajola rappresenta un passo in avanti, ma siamo lontani da una vera riforma in grado di rispondere alla sempre più crescente domanda di case popolari." conclude Melis.
Dal PD regionale invece affermano "Prima ancora dell'inizio della discussione in Consiglio regionale sulla nuova legge in materia di case popolari l'assessore Scajola ha fatto già due clamorosi passi indietro. Per prima cosa ha tolto la sublocazione e cioè la possibilità per i residenti negli alloggi Erp di affittare una stanza anche a chi non avrebbe diritto a stare in questo tipo di appartamenti. Poi, sempre Scajola, le cui leggi vengono prontamente modificate dall'aula e giudicate incostituzionali, è tornato indietro anche sul numero di anni che servono a una famiglia per perdere il diritto alla permanenza in un alloggio, quando il proprio reddito aumenta. Il centrosinistra, in passato, aveva escluso il conteggio del reddito dei figli che trovano lavoro per dieci anni; Scajola ha abbassato il limite a due anni (neppure consecutivi). Ora l'assessore ha aumentato il termine prima a 4 e poi a 5 anni. Ma, come dicono i comitati degli inquilini, non basta. Perché dopo quel termine si finisce in mezzo a una strada. La nostra proposta, recependo le istanze di sindacati e comitati è invece di fissare il limite a 5 anni per tutti coloro che superano i parametri Isee, ma di portarlo a 10 per chi ha dei figli. Fatte salve questo modifiche (i saldi-Scajola) restano ancora molte norme assurde come quella che regola l'accesso alle case popolari. D'ora in poi gli stranieri avranno bisogno di dieci anni di residenza per chiedere un alloggio, mentre ai liguri ne serviranno cinque. Ma non 5 anni di residenza in Liguria: cinque anni di residenza nell'ambito in cui si chiede la casa, e cioè in un territorio ristretto di quattro o cinque comuni. Cosi chi trova lavoro fuori da questo bacino deve aspettare 5 anni per avere una casa. Questo provvedimento colpisce i liguri. Altro che prima gli italiani. Insomma questa legge Toti-Scajolaì, per motivi di propaganda spicciola, riduce la possibilità di accesso agli alloggi popolari, elimina i diritti, accentra tutto in capo ad Arte, vende i gioielli di proprietà pubblica e non prevede investimenti. "Il Pd - sottolineano i consiglieri regionali Raffaella Paita e Giovanni Lunardon - continuerà a lottare al fianco dei comitati e dei sindacati degli inquilini".