"Dove va il Santuario?". A chiederselo è Ezio Alpino, Presidente Associazione “U.S. Letimbro A.S.D.” Savona-Santuario che pone una serie di riflessioni sul futuro della frazione. "Il Santuario è ricco di potenzialità, ma viene preso in considerazione dalle autorità solo durante la Festa Patronale", questa l'accusa lanciata. Il rilancio di questo territorio infatti, deve andare ben oltre il 18 marzo: la richiesta viene fatta a Comune di Savona, Diocesi ed Opere Sociali per contribuire insieme al rilancio del Santuario.
Afferma in una lettera Ezio Alpino, Presidente Associazione “U.S. Letimbro A.S.D.”:
“Forse per la prima volta, rispetto ad altri momenti, avverto una grande preoccupazione per il futuro della nostra frazione e della nostra comunità quando non vedo risposte a tutta una serie di problematiche rispetto ad un percorso che rilanci il Santuario nell’ambito delle nostre periferie troppo spesso dimenticate. Ho sempre sostenuto, e lo abbiamo fatto con forza anche come Associazione in questo ultimo anno, che la nostra frazione doveva ritornare ad essere luogo di attrazione turistica, culturale e religiosa rispetto ad un impegno di tutti volto a favorirne il rilancio. Ad oggi tutto questo è rimasto un miraggio. Allora urgono alcune domande specifiche.
Quali risposte vuole dare la nuova Amministrazione Comunale rispetto a questa tematica dopo le passerelle fatte dal Sindaco e da alcuni potenziali Consiglieri e Assessori nel corso della scorsa campagna elettorale? Le iniziative pervenute sono solo quelle di fare un po’ di accademia in occasione di alcuni eventi (vedi Festa Patronale) con la pulizia delle erbacce sulla strada provinciale, fatte in modo saltuario, o il ripristino della segnaletica orizzontale sull’asfalto con un intervento ridicolo in pochi metri quadri riguardanti lo svolgimento della Festa. Per non parlare della pulizia dei detriti, dovuti ad una piccola esondazione, sulla piazza della Basilica rimasti in loco due mesi prima che, su sollecitazione di alcuni cittadini, venissero tolti.
Basta questo o ci mettiamo in testa che ci vuole un progetto complessivo di rilancio che tocchi alcuni temi fondamentali di cui ha bisogno una comunità per sentirsi partecipe e quindi coinvolta su degli obiettivi concreti volti alla tutela del paesaggio, la cura delle nostre strade di collegamento, il decoro urbano, il sostegno a chi vuole misurarsi facendo impresa e a chi ha scelto di farlo anche da noi, il rapporto e il sostegno alle nostre attività commerciali oggi vitali perché la frazione rimanga in piedi con un intreccio sinergico e continuo. E non ci si venga a dire, con il solito rituale, che mancano le risorse. Altrimenti non si va da nessuna parte. In questo contesto l’altra domanda che mi pongo è quale ruolo, in una frazione dal forte impatto di attrazione religioso, vuole giocare la Curia per rilanciare una zona dove la presenza di una delle basiliche più importanti d’Italia può ritornare ad essere un volano turistico dall’enorme potenziale e quindi economico. I contenuti artistici e religiosi in termini di patrimonio artistico del nostro Santuario devono essere valorizzati molto di più all’esterno e su questo voglio capire quali intenzioni si hanno per dare valore a ciò, alla sua storia e fare diventare un polo di attrazione turistica importante per i pellegrini e per il turismo in generale questo luogo attraverso la messa in campo di iniziative mirate. Il momento di aggregazione e di interesse non può limitarsi solo alla Festa Patronale del 18 Marzo dove migliaia di persone partecipano all’evento, poi ricadere nella solita routine e le presenze sul nostro territorio vederle calare notevolmente. Guardiamo una volta tanto oltre il nostro orticello, anche fuori dalla nostra Provincia, per capire ed imparare come si vive in zone dove la presenza di santuari e luoghi di culto importanti, anche inferiori al nostro in termini di patrimonio artistico, fanno accorrere decine di migliaia di persone muovendo il tessuto economico di quei territori e portando valore aggiunto a chi vi lavora giornalmente. Io mi auguro che su questo tema anche il nuovo Vescovo appena insediato si ponga delle domande e possa portare un contributo attivo per smuovere le acque. Credo che anche la Chiesa, se lo volesse, potrebbe avere interesse a fare valorizzare le sue strutture e portarle alla conoscenza esterna. Qui entra in gioco il ruolo stesso delle Opere Sociali nella loro presenza in questa comunità. Come Associazione abbiamo avuto, in questi mesi, il modo di confrontarci su alcuni temi con il Presidente, persona disponibile e pronta all’ascolto.
Allora vengo al punto: prima delle scorse feste Natalizie è stato annunciato, anche con articoli sui giornali, l’imminente riapertura del Museo del Santuario, fermo da tempo per problemi tecnici, dove sono custodite opere uniche dal grande valore artistico e di importanza internazionale.
Bene: all’oggi le aperture sono state saltuarie e su appuntamento. Questo Museo, a mio parere, dovrebbe essere aperto quotidianamente con una gestione diretta e continuativa delle Opere Sociali o in mancanza di questo, facendo accordi con Cooperative in appalto o quant’altro per permettere a tutti di visitare ciò che il museo propone. Invece siamo ancora all’anno zero dove le promesse rimangono lettera morta e non si intravede una soluzione. Anche su questo è il momento delle scelte rapide e concrete, senza se e senza ma. Il turista o chi ama visitare il patrimonio culturale di un luogo non può trovarsi le porte sbarrate in faccia, mai!!! Cerchiamo di muoverci anche sugli aspetti conoscitivi del Santuario, della sua pubblicità in campo nazionale. Cosa aspettate, e lo dico a tutti gli interessati, a coinvolgere sulle tematiche turistiche per esempio “Costa Crociere” che porta centinaia di migliaia di persone tutti gli anni a Savona per vedere di trovare dei meccanismi i quali permettano di sottoscrivere convenzioni per dirottare nei loro pacchetti itineranti visite guidate al Santuario? E tornando alle Opere Sociali, e non solo, quali prospettive ci sono per una ristrutturazione e riapertura della Locanda dopo la nefasta chiusura di circa tre anni fa. Luogo questo di riferimento per i turisti e per i pellegrini. Aspettiamo che crolli il tutto per poi parlare di un immobile andato in malora o si intravedono, come ci era stato prospettato in un incontro con il Presidente e dalle notizie che sono apparse sui giornali in questi giorni, possibili soluzioni imprenditoriali all’orizzonte. E poi parliamo di noi, abitanti di questa zona che dobbiamo essere più scattanti, propositivi e non chiuderci nel nostro guscio accompagnati solo dal mugugno e dalla critica per una situazione statica che continua a rimanere tale. Il cambiamento dobbiamo determinarlo tutti insieme facendo quadrato e proponendo soluzioni. In questo contesto assumono fondamentale importanza anche le forze artigianali e commerciali della nostra frazione.
Ci deve essere una visione comune delle cose facendo squadra senza cadere in tanto facili quanto inutili egoismi e proponendosi con una visione innovativa sul territorio. Gli stessi commercianti, se hanno dall’esterno la spinta giusta con scelte oculate per il rilancio della zona, diventano per tutti punto di riferimento in un quadro economico che può riprendere vitalità. Oggi non possiamo permetterci che qualcuno abbandoni il campo facendo scelte diverse, nel pieno della loro legittimità, solo perché questa zona non offre prospettive concrete. Altrimenti rischia di diventare una catena, una spirale con finalità autodistruttive. Per quanto mi riguarda, con la nostra Associazione, in questa fase possiamo essere da stimolo, dare dei suggerimenti, fare delle proposte mettendo in campo delle idee. Lo faremo ancora di più promuovendo incontri, passaggi con l’Amministrazione Comunale, con il nuovo Vescovo, con le Opere Sociali e con tutti i soggetti che riterremmo opportuno coinvolgere ma il nostro compito finisce li. Io credo fermamente che questa frazione e questa comunità possa avere delle grandi potenzialità. Lo dimostrano per esempio la stessa Scuola Primaria e la sua funzione che esprime diventata in questi anni punto di riferimento di genitori e bambini di altre zone che ne hanno permesso la crescita e le iniziative anche di aggregazione sociale che riesce a mettere in campo durante l’anno scolastico. Altresi le strutture della RP e della RSA, servizio essenziale, in cui operano anche alcuni abitanti del Santuario.
Non ultimo il ruolo di conoscenza che porta anche la squadra di calcio che rappresenta la nostra Associazione durante il campionato anche fuori dalla nostra Provincia con i risultati che ha ottenuto e potrà raggiungere in futuro. Ora credo che serva uno scatto d’orgoglio, un salto di qualità, una virata concreta da parte di chi oggi è preposto a trovare delle soluzioni, quindi chi amministra, chi gestisce il patrimonio culturale e religioso del Santuario e tutti i soggetti che hanno a cuore le sorti della nostra zona i quali devono scegliere e prendere decisioni. Queste sono le riflessioni che volevo proporvi, senza avere la pretesa di avere la verità in tasca, ma per un confronto sul merito. Avrò dimenticato certamente alcune cose, non volutamente. Forse siamo ancora in tempo per rialzarci se ne saremo capaci. Tutto dipende da noi e da chi ci darà una mano a dare una forma alle nostre idee.
Il non fare avrà conseguenze su tutti gli abitanti del Santuario in termini di degrado e mancanza di servizi.