Savona - 27 marzo 2017, 17:00

L'autostrada delle gimkane

L'autostrada delle gimkane

La Liguria è il risultato delle ferite della sua stessa orografia. Con i suoi sproni montuosi, i suoi passaggi stretti, i torrenti dalle piene pericolose, la lunga costa aspra vicinissima al mare. Sono i marchi della natura che la rendono incanto e suggestione. Ma anche fatica. Ne sanno qualcosa i "vecchi" che hanno strappato alle colline i terrazzamenti. Lasciando da parte gli inserti edilizi (discorso complesso), anche le opere infrastrutturali si sono scontrate con la natura stessa del territorio ligure, autostrade comprese.

Sarebbe facile armare un predicozzo contro i tratti dell'A10 a due corsie. All'epoca della sua costruzione, si pensava che il tracciato sarebbe bastato ad un traffico veicolare che non si sospettava così in crescita. Si diceva, peraltro, che i pedaggi sarebbero stati aboliti (come in parte del Nord Europa poi è stato fatto). Si dicono molte cose non misurabili con il senno di poi. L'incidente devastante al chilometro 35, tra Albisola Superiore e Celle Ligure, è avvenuto in un tratto a tre corsie. In condizioni di restringimento e senza la corsia d'emergenza, sì, ma il punto è un altro: tutto il percorso in cui si snoda l'Autofiori è una gimkana. Oltre alle curve, al corridoio spesso angusto, alle gallerie, al vento, la strada che corre sui piloni è punteggiata di cantieri. Manutenzione? Certamente. Un'attività di manutenzione sulla quale dovrebbe esserci maggiore vigilanza pubblica.

La magistratura non pone attenzione soltanto al comportamento del camionista, alla sua velocità e disattenzione, ma anche alla decisione della società Autostrade di far circolare il traffico su due delle tre corsie, nonostante la presenza del cantiere che era stato allestito per riparare i danni causati da un altro incidente (con dinamica simile) avvenuto il giorno prima.

La rete autostradale italiana è vecchia, peraltro già totalmente ammortizzata: senza dubbio ha bisogno di manutenzione rigorosa. Ma i ventitré concessionari dovrebbero esprimere maggiore trasparenza sulle azioni (e le spese) che giustificano gli interventi per il potenziamento e la messa in sicurezza. Più chiarezza, quindi, sui motivi dei cantieri. L'imponderabile, poi, tragicamente purtroppo, può sempre accadere.

Felix Lammardo

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