Sono dai 130 ai 140 i profughi accolti dalla Diocesi di Albenga e Imperia in strutture messe a disposizione dalla Chiesa, ma con la collaborazione delle Cooperative che si occupano di questo tema, ma tutti i fedeli apprezzano e sono per l'accoglienza?
A rispondere è il Vescovo Borghetti “Noi prima di tutto ci troviamo di fronte ad esseri umani. La Chiesa accoglie e aiuta le persone in difficoltà e lo fa senza guardare alla loro provenienza, alla loro appartenenza politica o alla loro fede.”
Ecco dunque che la Diocesi deve “Aprire le sue porte, i suoi portoni, le finestre - spiega Borghetti - agli altri e lo deve fare con gioia e coscienza”.
Una accoglienza studiata, dunque, inclusiva e che possa costituire una risorsa “Non possiamo accogliere persone e stiparle in una stanza e sentire che abbiamo fatto il nostro dovere, anzi, quello che dobbiamo fare è garantire la dignità umana, fare in modo di portare avanti progetti di integrazione sociale e aprirci al nostro prossimo”.
Non tutti, però, sembra che accolgano il messaggio del Vescovo che si allinea al pensiero di Papa Francesco “A volte alcune comunità cristiane mi chiedono e pregano “Non faccia venire profughi nella nostra comunità” - riferisce il Vescovo – Di fronte a tali richieste rimango perplesso e mi faccio delle domande. Il vero spirito cristiano dice questo?”
Non si può nascondere, in realtà, che anche alcuni sacerdoti si siano schierati contro l'accoglienza “Su questo argomento – commenta – non vorrei pronunciarmi. É innegabile che in passato ci siano stati sacerdoti che hanno manifestato i loro dubbi sul tema, come lo hanno fatto fedeli e cittadini, ma ritengo che questi siano atteggiamenti che devono essere superati. La nostra è una chiesa che accoglie e non lo fa in maniera scriteriata, ma lo fa in collaborazione con le autorità competenti e cercando di valorizzare le persone come risorse. Non vedo alcun pericolo in ciò” conclude il Vescovo Borghetti.