Politica - 21 dicembre 2016, 15:16

L'assessore di Carcare, De Vecchi: "Le prossime elezioni provinciali saranno grottesche"

In vista di una nuova tornata elettorale per palazzo nervi

L'assessore di Carcare, De Vecchi: "Le prossime elezioni provinciali saranno grottesche"

Christian De Vecchi Consigliere Comunale e Assessore nel Comune di Carcare si schiera contro le elezioni provinciali: 

Quando il 60% dei cittadini italiani, attraverso un referendum costituzionale, caratterizzato da un’altissima affluenza di partecipazione al voto, ti suggerisce di non proporgli organismi o enti non direttamente eletti  da loro stessi, quindi ti indirizzano a non togliergli il diritto di scegliesi i propri rappresentanti, credo sia chiaro cosa pensino anche del sistema elettorale con cui vengono eletti i Presidenti e i Consigli Provinciali. Guarda caso, il comune denominatore tra i sistemi elettorali del Senato e delle Provincie sia simile, iniziativa governativa per il DDL di modifica della Costituzione e iniziativa governativa per il DDL “Del Rio” (7 Aprile 2014) per il “declassamento” delle Provincie a Ente di secondo grado. In entrambi i casi un fallimento, sul nascere per il Senato bocciato dai cittadini, alla prova pratica quello delle Provincie che così come organizzate e chiaro a tutti non funzionino.

L’8 Gennaio 2017 tutti i consiglieri Comunali, insieme ai loro sindaci, saranno chiamati nel palazzo provinciale per esprimersi nel rinnovo del Consiglio Provinciale, personalmente, ma non credo di essere l’unico, ne farò una questione di coerenza. Per ben 12 appuntamenti sul territorio, Comune dopo Comune, abbiamo come Federazione Valbormidese dei Comitati per il NO, invitato i cittadini a votare NO contro la riforma Renzi-Boschi che avrebbe determinato la nascita di un Senato non più direttamente eletto dai cittadini, quale sia stato l’indirizzo di volontà dei cittadini è stato sufficientemente chiaro a tutti, vogliamo continuare a votare direttamente i nostri rappresentanti. Oltretutto sono viziato da un precedente, non partecipai alla prima elezione dell’ente di secondo grado, denominato Provincia di Savona, quando si dovevano eleggere (indirettamente) contemporaneamente Presidente della Provincia e Consiglio Provinciale. Quindi, non parteciperò l’8 Gennaio 2017, al rinnovo di un Consiglio Provinciale disciplinato da una normativa assurda e macchinosa, decisione oggi come allora, figlia di una convinzione che si auspica una riforma amministrativa condivisa, del titolo V della Costituzione, che preveda, al posto delle attuali Provincie, enti di primo grado eletti direttamente dai cittadini,  sul modello francese delle “intermunicipalità”, con una gestione associata di funzioni e servizi per i bisogni e le esigenze degli enti locali comunali che ne fanno parte.

Niente di negativo verso i miei colleghi consiglieri comunali, alcuni si candideranno nelle varie liste, altri li andranno a votare, sono liberi di fare cosa ritengono corretto secondo le loro sensibilità e inclinazioni. A mio avviso, dopo il voto del 4 Dicembre 2016, tutta l’architettura della riforma amministrativa, fortemente accentratrice, del titolo V della costituzione promossa da Del Rio: enti locali regionali, provinciali, comunali, e senato della repubblica, che cercano di somministrarci da anni, è semplicemente crollata aprendo gli spazi per nuove considerazioni che esaltino il decentramento, il localismo, e le autodeterminazioni, comunque scelte condivise e partecipate.

cs

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