E' di Alassio l'avvocato Susanna Schivo che la scorsa settimana ha riportato la vittoria del primo round sulla legge per il cognome materno ai figli, sollevando la questione di legittimità costituzionale. Susanna appartiene allo Zonta Club di Genova II, dove risiede da anni, ma le sue origini sono alassine. Sua madre è la dott Gabriella Peluffo, socia dello Zonta Club Alassio-Albenga, ed è una zontiana storica che negli anni passati fu anche Area Director ovvero a capo dei Club di tutto il Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta e Monaco- Montecarlo.
La Corte Costituzionale l’8 novembre si è pronunciata sulla norma del nostro ordinamento che attribuisce automaticamente ai figli e alle figlie nati nel matrimonio il solo cognome paterno. Con la sentenza si ripristina il principio di parità in tutti i casi in cui una coppia di coniugi desidera concordemente attribuire al momento della nascita il "doppio cognome". Ad oggi, non esisteva norma se non quella derivante dalla tradizione culturale di dare il cognome paterno ai figli.
Da due anni si attende inutilmente che il Senato si decida a discutere ed approvare la legge sulla scelta del cognome già licenziata dalla Camera.
Racconta l'avvocato Schivo: "Mi sono interessata per la prima volta alla questione della trasmissione del cognome materno quando è nato mio figlio: ho trovato profondamente ingiusto che mi fosse negato un riconoscimento sociale del mio essere madre e che, nonostante il pieno accordo di mio marito, non potessi dare sin dalla nascita a mio figlio anche il mio cognome, consentendogli di ricevere un imprinting che poteva gettare le basi della sua personalità in una prospettiva di crescita in un ambiente familiare, prima ancora che sociale, paritario>. Ma come è arrivata lei, partendo da zero, a riuscire nell'impresa? Ci risponde: <l'occasione giusta è arrivata con la Dott.ssa Magalhaes, che si occupa di intercultura e con cui mi sono trovata in perfetta sintonia di pensiero; mi sono quindi opposta al provvedimento di rifiuto del Comune di nascita del figlio della coppia che abbiamo sostenuto di attribuire anche il cognome materno oltre a quello del padre, così da eccepire nel relativo giudizio l'illegittimità costituzionale della norma di attribuzione automatica del solo cognome paterno".
Ivana Sarotto, attuale Area Director dell'Area 03 District 30 di Zonta International entusiasta ricorda: "Il riconoscimento del diritto alle madri è una conquista di “advocacy”, una delle modalità di azione dello Zonta. La nostra soddisfazione è tanta perché ottenuta grazie all’impegno di due avvocate Zontiane. Fu l’on. Maria Magnani Noya ad avanzare la proposta di legge nel 1979. Il Parlamento deve ancora pronunciarsi oggi, nonostante la condanna all’Italia giunta oltre due anni fa da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. L’Avvocato Schivo ha ben evidenziato come la norma italiana sia in contrasto con la Convenzione dei Diritti dell'Uomo e con i principi costituzionali di uguaglianza tra i coniugi e di pari dignità dei genitori nei confronti dei figli e delle figlie, nonché con il diritto all'identità personale di ogni individuo ad essere identificato da entrambi i rami genitoriali (artt. 2, 3 e 29 Cost.)".
Avvocato Schivo quanto ha influito in questo suo lavoro, durato anni ed energie, il suo appartenere allo Zonta? Susanna Schivo: "Un risultato atteso e condiviso, nella consapevolezza di usare le proprie competenze professionali ed energie personali per fare semplicemente qualcosa di utile e giusto per gli altri e soprattutto per le donne. Infatti non posso dimenticare che questo risultato è la maturazione di un frutto avvenuta anche grazie all'atmosfera zontiana che ho respirato sin da piccola in seno allo Zonta Club di Alassio, all'incontro ed all'esempio di tante donne tenaci e coraggiose che ho conosciuto ed all'accudimento da parte di tante zontiane - prima fra tutte mia madre - della mia sensibilità per le questioni di genere. Un ringraziamento speciale quindi alle zontiane di Alassio ed in particolare ad una di loro".