Al Direttore - 30 settembre 2016, 15:45

Sandro Pertini, il settimo Presidente della Repubblica

Il ricordo del professore Roberto Nicolick

Sandro Pertini, il settimo Presidente della Repubblica

 

"Dopo aver goduto dei benefici della più alta carica dello Stato, da vivo, Pertini, da defunto, ha goduto di una incondizionata e conformistica campagna di santificazione, pari solo a quella del “Papa buono”.

Qualsiasi cosa avesse fatto, da vivo, divenne un gesto di grande bontà. Tuttavia vale la pena ricordare che presso il suo paese, Stella, non riscuoteva molte simpatie a causa del suo carattere. Anche nel suo partito non ebbe molti amici ma questo è ovviamente ininfluente.

Forse ebbe un ruolo anche nelle esecuzioni sommarie, illegali, di molti gerarchi fascisti e nella eliminazione di Claretta Petacci e di Mussolini stesso.

Era nota anche l'amicizia a livello politico e personale con Josip Broz, Tito, responsabile nei confronti degli Italiani di Dalmazia e Istria di una vera pulizia etnica , ma pur sapendo ciò, Pertini partecipò con grande manifestazione di dolore e cordoglio, al funerale di questo soggetto, peraltro già beneficiario di una delle più alte onorificenze della Repubblica Italiana, e cioè il Cavalierato di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferita con decreto del 2 ottobre 1969 a firma del Presidente Saragat, noto per il suo amore per i vini D.o.C..

Sempre per ricordare tutto quello che fece in vita, Pertini, esercitando le sue prerogative Presidenziali, concesse la grazia a un certo Toffanin, il partigiano “Giacca”, responsabile della strage di Porzus, dove venne sterminato il gruppo di comando della Brigata Osoppo, un gruppo combattente di partigiani non comunisti.

Per questo eccidio, Toffanin venne condannato nel 52 all'ergastolo in contumacia, ma nel 1978 sempre Pertini gli concesse la Grazia con cui venne condonata per intero la pena dell'ergastolo, ma non solo, ebbe anche diritto a riscuotere una pensione !

Oltre a essere un tifoso di calcio amava anche le auto di lusso, infatti volle avere come auto presidenziale, una versione blindata della Maserati quattroporte, 4900 c.c. 290 c.v., un auto poco operaistica, ma tanto non pagava certo lui, anche il fatto che non volle abitare al Quirinale fu dovuto alla moglie non ne aveva la volontà.

Capisco che alcune parti politiche sono maestre nel creare parziali o false verità continuando a ripeterle sino alla noia, molto difficili da confutare , ma solo il fatto che comincino a circolare dubbi può fare ben sperare".

                                                                                     Roberto Nicolick

 

 

 

 

 

c.s.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU