"Egregio Signor Direttore,
da studioso e biografo da oltre un ventennio della figura di Sandro Pertini, sul quale sto ultimando una vasta biografia di carattere scientifico, vorrei fare alcune puntualizzazioni in merito all'intervento del capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Liguria Angelo Vaccarezza, in relazione al rapporto tra Pertini e Tito, oltre all'annosa questione del "bacio" alla bara di Tito da parte di Pertini durante i funerali del leader jugoslavo e alla posizione dello stesso Pertini in merito alla tragedia delle foibe e, più in generale, all'esodo dei profughi istriani, fiumani e dalmati all'indomani della seconda guerra mondiale.
Per quanto concerne i rapporti tra Pertini e il maresciallo Tito, mi preme innanzitutto chiarire come, se è indubbiamente vero che l'uomo politico ligure stimasse il presidente jugoslavo sul piano personale e politico, altra cosa è affermare e sostenere, come mi sembra faccia il dottor Vaccarezza, che Pertini ne abbia anche condiviso la pulizia etnica attuata con metodi brutali e violenti contro i nostri connazionali in Istria e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1947. Fatta questa doverosa premessa, tengo anche a smentire l'altra inesattezza troppe volte ripetuta e strumentalizzata, non so se anche in malafede, ossia quella del "bacio" alla bara di Tito. Nel 2010 (prima non era emersa questa testimonianza) una nipote del maresciallo, presente ai funerali, ha confermato in modo definitivo, avendo visto la scena di persona, che Pertini ha soltanto "appoggiato" la mano sulla bara del maresciallo, tenendola "a lungo", ma non ha affatto accennato a nessun "bacio", o presunto "bacio", cosa che se fosse minimamente avvenuta, lei l'avrebbe senz'altro notata. Per cui mi sembra che dopo questa testimonianza, con buona pace di tutti gli "antipertiniani" (e sono molti, tra cui presumo anche il dottor Vaccarezza), si possa pacificamente escludere che Pertini abbia "baciato" la bara di Tito durante i suoi funerali, limitandosi ad accarezzarla.
Sulla questione delle foibe, invece, stranamente, durante il viaggio che fece in Jugoslavia nell'ottobre 1979, Pertini non ne avrebbe fatto alcun cenno, forse anche per non "urtare" i dirigenti jugoslavi su un tema che avrebbe potuto costituire motivo di ulteriore attrito tra le due delegazioni. Oltretutto, all'epoca, a differenza di oggi, in cui si celebra ogni anno - come noto - la "Giornata del Ricordo", il problema non era di stretta attualità e si preferiva evitare di riesumarlo per evitare contrasti e causare eventuali screzi diplomatici con la Jugoslavia. La posizione di Pertini in favore dei nostri connazionali che avevano sofferto durante la guerra fu comunque sempre di profonda solidarietà, come è dimostrato anche dal fatto che, quando nell'ottobre 1984 ricevette al Quirinale una delegazione dell'Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume, manifestò tutta la sua vicinanza nei confronti delle minoranze italiane in Jugoslavia. Non mi sembra quindi che si possa affermare, come sostiene il capogruppo di Forza Italia Vaccarezza, che Pertini abbia avuto poco rispetto verso i profughi istriani, fiumani e dalmati, a cui non fece mai mancare il suo convinto sostegno.
La ringrazio per la Sua gentile attenzione e Le porgo i miei più cordiali saluti"
Dott. Andrea Gandolfo - Sanremo