Trovare i corpi delle die donne uccise negli anni della GRande Guerra un'impresa impossibile, ecco la spiegazione di Mallarini Stefano, vigile del comune di Pallare e ricercatore di storia locale , a titolo personale, in merito all’istanza di ricerca salme avanzata dal sig Nicolick. (vedi articolo)
Puggioni Battistina fu catturata dai partigiani a Vispa e portata in loc tre abeti, dove su sepolta ,( probabilmente insieme a due marò) in uno spiazzo in prossimità dell’accampamento partigiano.
Trovarne le tracce, tanto più dopo il passaggio dei mezzi che negli ultimi anni hanno tagliato e stravolto quei boschi sarebbe un’impresa anche per quelli boscaioli o ex residenti che in quei boschi conoscevano e vi si recavano allora, quando non esistevano che pochi sentieri .
Elena Oliveri detta la Pucicca fu prelevata nella cascina della nottola dove abitava, (pare perché più per fame che per fede frequentasse la truppa tedesca e fosse tornata a casa vestita con un’uniforme o abiti militari dai tedeschi forniti, cosa che fece pensare ai partigiani stanziati nei boschi a poca distanza alla possibilità di tradimento) e le venne quindi fatta fare la stessa fine della Puggioni.
*Oiveri Elena ("Puccicca") di Bernardo e Verdini Caterina nata Bormida 12.9.1925 res Pallare - (atto 1948 20.12 n9- su dich Oliveri Carlo fu Bernardo e varino Arturo fu Emilio e Resio Rinaldo di Serafino..che il 10.03.1945 alle ore 9 ..."durante un combattimento tra formazioni partigiane e forze nazi-fasciste il loc.Valgino decedeva a seguito ferite di arma da fuoco
La zona dove fu sepolta si riteneva fosse nota (mi venne indicata da diversi locali) e il sottoscritto su richiesta di alcuni parenti si recò con loro alcuni anno in tale spiazzo dove vennero effettuate profondi solchi di scavo alla ricerca dei resti, - ritrovai però solo tre bossoli di pistola col metal detector e nessuna traccia della salma.
Quasi sicuramente fu sepolta nuda o con pochi vestiti o comunque niente di metallico che possa dare una indicazione. Nella sua fossa accanto a quella del sergente di ferro,( prelevato a carcare e ucciso negli abeti,) e in modo approssimativo tanto che ne spuntava una gamba e quando la salma del sergente venne recuperata nel dopoguerra, parte della terra eccedente fu usata per ricoprire i resti della donna che spuntavano dal terreno, questo è quanto si conosce.
La Puggioni fu prelevata in casa da due partigiani del luogo, (in una lettera che la indica tra i “bersagli” da far tacere) nella realtà pare sia stata “prelevata” e uccisa perché aveva apertamente minacciato alcuni partigiani di denunciarne i traffici e farli arrestare . lavorava come cuoca era una bella donna e un ufficiale tedesco, come tanti altri la corteggiava e questo fu sufficiente a decretarne la fine.
Entrambe le vittime avevano parenti legati alla Resistenza, la Oliveri il fratello, al quale si diede, dopo la sua morte, addirittura la responsabilità dell’eliminazione, cosa che ritengo assai poco probabile, ma tanto si diceva.
La Puggioni aveva il marito Granese Luigi (reduce dalla Germania) e il figlio Flavio nel comitato di Liberazione per la zona del vispa (ne ho una foto del gruppo in posa portatami dal figlio superstite allora giovanissimo che al suo ritorno dalla legione straniera si diede molto da fare per cercare i resti della madre, chiedendo aiuto alle autorità e interrogando e minacciando i presunti colpevoli e ex partigiani ma senza avere alcuna informazione in cambio.
Risultano negli archivi istanze in tal senso giunte al Comune già all’epoca mi pare 1954 e relative risposte negative.
Se il sig Nicolick , cosa che dubito ha FATTI , cioè precise testimonianze che indichino precisamente i luoghi e non genericamente le località, direi che può liberamente andare a cercarne riscontro, non esistono recinzioni ma solo boschi dove camminare fa bene ma le possibilità reali di riportare qualcosa sono pochissime se non nessuna.
Stefano Mallarini