“E arrivato a casa, raccontò che gli s’era accostato un untore, con un’aria umile, mansueta, con un viso d’infame impostore, con lo scatolino dell’unto, o l’involtino della polvere (non era ben certo qual de’ due) in mano, nel cocuzzolo del cappello, per fargli il tiro, se lui non l’avesse saputo tener lontano.” (I PROMESSI SPOSI, Cap.34). L'ordinanza emessa dal Sindaco di Carcare, Franco Bologna, ci indigna. Anche se un Sindaco può essere sottoposto alle pressioni politiche presenti nella sua maggioranza, dovrebbe garantire ai tutti i cittadini le condizioni di vita prive di discriminazioni, preconcetti e pregiudizi" commentano Fabrizio Ferraro, segretario provinciale Rifondazione Comunista e Stefano Ressia, responsabile provinciale Enti Locali PRC.
"L'ordinanza si basa sull'ipotesi fantasiosa di una correlazione diretta tra il luogo di provenienza e le malattie infettive; questa tesi, che per ora non ha trovato alcuna conferma scientifico/medica, deriva da radicati e falsi luoghi comuni che individuano nel'arrivo di profughi o richiedenti asilo minacce per la salute pubblica. Tutti coloro che entrano in Italia sono sottoposti ad accertamenti sanitari e presi in carico dalle ASL, a garanzia della salute pubblica".
"Da una figura istituzionale, a maggior ragione un Sindaco, i cittadini dovrebbero attendersi, da una parte, la capacità di garantire la convivenza civica di tutti gli abitanti del comune, dall'altra, risolvere e governare i processi di migrazione che ci vedono tutti coinvolti - continuano - Se, invece, il Sindaco si fa portatore di paure isteriche ed irrazionali, inevitabilmente accresce il senso di insicurezza nella popolazione, tanto più davanti a numeri di migranti veramente irrisori, se messi in proporzione con i cittadini. Così facendo si alimenta soltanto il populismo, il razzismo e un gratuito odio e questa non può essere la funzione di direzione e guida di un comune da parte del primo cittadino".
"Per queste ragioni Rifondazione Comunista condivide i comunicati emessi dai comitati provinciali Arci e Caritas che stigmatizzano l'azione intrapresa da Franco Bologna" concludono Ferraro e Ressia.